La
tassa Tia, ovvero la tariffa di igiene ambientale, è stata sostituita recentemente dalla
TARI ed è il sistema di finanziamento comunale della gestione dei rifiuti e della pulizia degli spazi comuni.
E’ stata introdotta in Italia dal decreto Ronchi con il D.G L..g.s. n. 22/1997, ed è destinata a sostituire la TARSU, ovvero la tassa sui rifiuti solidi urbani. A differenza delle comuni tasse, la tariffa di igiene ambientale ha come obiettivo quello di
far pagare agli utenti solo per quanto usufruiscono del servizio.
La Tia rifiuti è una tassa
divisa in due parti: la prima è una quota fissa destinata alla copertura dei costi di esercizio (spazzamento strade, investimenti), la seconda una quota variabile strettamente collegata ai rifiuti effettivamente prodotti da ciascun utente.
I costi fissi della tassa Tia sono suddivisi tra tutti gli utenti
sulla base di parametri fissi come la superficie occupata e il numero di componenti del nucleo familiare per l’utenza domestica. Le
quote variabili della tassa Tia, invece, si calcolano determinando il costo totale dello smaltimento per tutte le diverse tipologie di rifiuti e, poi, dividendo i costi sulla base dei rifiuti prodotti da ciascuno.
Tale calcolo avviene applicando la cosiddetta
tariffa puntuale, che si ottiene pesando esattamente i rifiuti indifferenziati prodotti da una singola utenza domestica. La
tariffa volumetrica, invece, viene ricavata considerando il volume dei rifiuti, che viene valutato sulla base del numero dei sacchi ritirati o degli svuotamenti avvenuti dei contenitori.
Altro metodo utilizzato per calcolare la tassa Tia è quello presuntivo, un metodo che consiste nello
stabilire la suddivisione tra gli utenti dei costi variabili mediante l’applicazione degli indici stabiliti dal D.P.R. n. 158/99, ovvero dei coefficienti diversi per ogni categoria di utenza da moltiplicare alla superficie occupata.
Esiste anche il metodo indiretto per calcolare la tassa Tia, una combinazione di puntuale e presuntivo che consiste nel
pesare la quantità dei diversi tipi di rifiuti prodotti in una tale zona per poi dividerli tra tutti gli utenti di quella stessa zona utilizzando il sistema presuntivo.
L’obiettivo della tassa Tia è quello di ridurre i rifiuti e incrementare la raccolta differenziata. Conseguire tale obiettivo significa
realizzare notevoli risparmi e anche tutelare l’ambiente in modo non secondario.
La tassa Tia deve essere applicata nei confronti di chiunque occupi o conduca locali, o aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi nelle zone del territorio comunale.
La TARI, che ha sostituito la tassa Tia, è la tassa relativa alla gestione dei rifiuti in Italia ed è stata
introdotta il 27 dicembre 2013 con la legge di stabilità 2014 in sostituzione di TIA, TARSU e TARES. La TARI è considerata una componente della IUC, l’imposta unica comunale, assieme all’IMU e alla TASI.
Le aree escluse dal pagamento della TARI sono le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, e le aree comuni condominiali detenute e occupate in via esclusiva. Il concetto alla base della tassa Tia e della TARI è che
ogni utente paghi esattamente per quel che produce, ovvero per quanto effettivamente fruisce del servizio. Questo porta a responsabilizzare l’utente, che dovrà impegnarsi per ridurre la quantità dei rifiuti prodotti così da realizzare un concreto risparmio.
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