Il
reddito minimo è uno dei provvedimenti approvati con la Finanziaria 2014 e prevede un sostegno che arriva fino a un massimo di 400 euro al mese per le famiglie sotto la soglia di povertà, soglia stabilita ogni anno dall'Istat in base al costo della vita. Questa soglia varia anche a seconda della zona d'Italia in cui si vive e dalla composizione della famiglia: per una famiglia di quattro persone residente in un piccolo centro del meridione, la soglia di povertà è stabilita in 980 euro, mentre per una famiglia con la stessa composizione ma residente in una grande città del nord, la soglia è di 1.400 euro.
Per
accedere al reddito minimo si dovrà passare attraverso gli assessorati ai Servizi per la Famiglia o Servizi Sociali, che provvederanno a valutare i parametri del richiedente. La formula adottata dal Governo Letta per il reddito minimo è passata attraverso diverse modifiche già con la Legge di Stabilità. Il fondo stanziato per tre anni è di 120 milioni di euro, cioè 40 milioni l'anno, e la sperimentazione partirà in alcune città italiane dove il rischio per le famiglie di scendere sotto la soglia di povertà è più alto rispetto a piccoli centri.
Toccherà quindi agli assessorati competenti definire le
modalità e i tempi per la domanda del reddito minimo, che sarà poi erogato dall'
Inps. Le famiglie che entreranno di diritto nella sperimentazione del reddito minimo, si vedranno corrispondere mensilmente un aiuto economico in base alla distanza del loro
reddito dalla soglia di povertà. Più è alta la differenza tra questi indicatori, maggiore sarà il contributo del reddito minimo, fino a un massimo che resta di 400 euro mensili.
La misura del reddito minimo, detta anche Sia,
Sostegno per l'Inclusione Attiva, è a tempo indeterminato, ma prevede che il beneficiario partecipi a programmi di inserimento nel lavoro, oppure che partecipi a corsi di formazione per migliorare le proprie competenze lavorative. Questa misura dovrebbe aiutare chi ha perso il lavoro e non è specializzato a trovare un altro impiego e, via via, diminuire il numero di persone sotto la soglia di povertà con la possibilità di un impiego.