I
contributi rappresentano una
tipologia di versamento monetario che il soggetto, detto contribuente, corrisponde allo Stato, alle Pubbliche Amministrazioni o agli enti privati, in cambio di servizi e prestazioni. I contributi rientrano infatti, come sancito dall’articolo 23 della Costituzione, nell’ambito delle prestazioni patrimoniali imposte.
Quando si parla di contributi ci si riferisce prevalentemente all’ambito sociale e della copertura previdenziale. Si parla quindi di
contributi sociali in quanto, a livello a giuridico, i tributi versati obbligatoriamente per il finanziamento della spesa pubblica ed erogati sotto forma di servizi statali vengono definiti imposte (es. l’istruzione pubblica), mentre i versamenti facoltativi funzionali all’usufrutto di uno specifico servizio sono identificati come tasse (es. tasse aeroportuali).
Nello specifico
i contributi sociali rappresentano un versamento economico obbligatorio per i lavoratori dipendenti presso il settore pubblico e privato e per gli autonomi, in quanto la loro mancata corresponsione costituisce un reato che, in ogni caso, è a carico del datore di lavoro. Infatti
i lavoratori dipendenti partecipano alla contribuzione in via indiretta, in quanto è il datore di lavoro a versare i contributi per loro conto, trattenendoli direttamente dallo stipendio. D’altra parte, essendo autonomi,
i datori di lavoro provvederanno personalmente al proprio versamento previdenziale.
I contributi sociali si distinguono in previdenziali e assistenziali. I
contributi previdenziali sono i versamenti obbligatori effettuati all’
INPS per quanto concerne il settore privato e all’
INPDAP per il settore pubblico: una volta maturati i requisiti richiesti per il pensionamento, il lavoratore contribuente avrà diritto alla pensione. I
contributi assistenziali sono i versamenti, sempre obbligatori, effettuati all’INPS o all’
INAIL, finalizzati alla copertura assicurativa contro gli infortuni, l’invalidità le malattie sul lavoro. Tali versamenti vengono corrisposti dal datore di lavoro per garantire una copertura dei rischi che possono accadere sul luogo dell’impiego.
Esistono tuttavia anche forme di contribuzione facoltativa: si tratta della
previdenza complementare e integrativa, i cui versamenti possono essere versati all’INPS o agli enti previdenziali privati. La previdenza complementare si affianca infatti a quella obbligatoria ed è funzionale a garantire una maggiore possibilità di mantenere il proprio tenore di vita durante il periodo di pensionamento, pertanto è una scelta libera.