Tra i vari marchi di tutela nel settore alimentare la
DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) rappresenta quello più rinomato, che attesta la
qualità delle uve utilizzate. Questo marchio, come il
DOC, dipende strettamente dalla zona in cui vengono coltivati i vigneti e dalla catena di produzione utilizzata per arrivare al prodotto finale imbottigliato. Quel che contraddistingue questi due marchi è il fatto che l'etichetta DOCG viene
conferita solo ai vini già in possesso della Denominazione di Origine Controllata, ma in aggiunta i vini controllati e garantiti devono
aver mantenuto la denominazione per almeno dieci anni. Questo significa che il vino è stato prodotto seguendo e mantenendo i più alti livelli di standard del settore per un tempo notevole e con il controllo periodico da parte degli organismi competenti; così i vini DOCG possono essere reputati di ottima qualità e sicuri dal punto di vista della coltivazione delle uve, della fermentazione del vino steso e del suo successivo imbottigliamento.
I
riferimenti normativi sulla DOCG e sulla disciplinare di produzione sono contenuti negli aggiornamenti legislativi
Reg. Ce 479/2008, denominato "Nuova OCM Vino" e recepito in Italia grazie all'approvazione del
Decreto Legislativo 61 dell'8 aprile 2010 entrato in vigore l'11 maggio 2010. In questi testi sono contenute le
norme che hanno trasferito la prerogativa di assegnazione delle dominazioni alla Comunità Europea dai Decreti ministeriali; la conseguenza è stato l'assorbimento sia della DOCG che della DOC nella
DOP (Denominazione di Origine Protetta), anche se spesso sulle etichette dei vini si possono rinvenire entrambe le diciture per differenziare vini che possiedono differenti capacità organolettiche e chimico-fisiche. Sono proprio queste ad essere attentamente valutate nei controlli periodici cui vengono sottoposti non solo i prodotti enologici finiti ma anche i procedimenti precedenti, cioè la coltivazione e la raccolta delle uve, la loro trasformazione e fermentazione, il loro imbottigliamento e la loro conservazione. Nella
valutazione per assegnare una DOCG vengono inoltre considerati anche
aspetti sensoriali relativi al gusto e all'odore del vino.
Alcuni vini che hanno ricevuto la DOCG possono avere sull'etichetta anche l'indicazione della sottozona cioè la
menzione geografica aggiuntiva che non è altro che un'ulteriore specificazione della zona in cui viene prodotto il vino.
La sottozona conferisce al vino maggiore qualità poiché vengono valutati aspetti molto circoscritti e precisi e vengono descritte meglio le proprietà del prodotto vinicolo. Le regioni italiane con più vini classificati con DOCG sono
il Piemonte, il Veneto e la Toscana, con più di dieci vini presenti negli elenchi DOCG.
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