La legge Bossi Fini, sin dal momento della sua emanazione, avvenuta nel 2002 con la Legge 189, ha da subito suscitato numerose polemiche, in particolar modo da parte degli immigrati e delle associazioni a tutela dell’interculturalità.
Tale legge si è posta come obiettivo principale quello di regolamentare tutti gli aspetti concernenti l’immigrazione in Italia, modificando il testo unico in materia di immigrazione e clandestinità introdotto nel 2002 (il quale ha preso avvio dalla legge Turco-Napolitano emanata nel 1998) e introducendo alcune importanti novità.
Sulla base della legge Bossi Fini, coloro che entrano nel nostro paese devono dimostrare di essere in possesso di un lavoro effettivo e presentare il permesso di soggiorno, altrimenti avverrà automaticamente la loro espulsione dal territorio nazionale. Per affrontare il traffico di clandestini che ogni giorno giungono presso le coste italiane, la legge Bossi Fini ha predisposto l’impiego delle navi della Marina militare, le quali devono collaborare a stretto contatto con la guardia costiera al fine di fronteggiare l’arrivo degli extracomunitari dal mare, unito a una intensificazione delle pene per coloro che effettuano il traffico di clandestini.
Il permesso di soggiorno viene concesso solo alle persone straniere che dimostrano di essere in possesso di un regolare contratto di lavoro: esso ha una durata di due anni qualora il contratto sia a tempo indeterminato mentre, per coloro che dispongono di un contratto a progetto, di collaborazione o a tempo determinato, il permesso di soggiorno ha una durata massima di un anno. Qualora il soggetto perdesse il lavoro nel corso di tale periodo, sarà obbligato a rientrare nel proprio paese. Per ottenere la carta di soggiorno, la quale si differenzia dal permesso di soggiorno in quanto ha una durata a tempo indeterminato, occorre dimostrare di risiedere in Italia da un periodo di tempo non inferiore i cinque anni.
Qualora giunga in Italia un clandestino privo di documenti di identità, verrà portato presso i centri di identificazione e espulsione e dovrà rimanervi all’interno per sessanta giorni. Se la persona viene identificata nel corso di tale periodo di tempo dovrà dimostrare di avere un lavoro e, in tal caso, potrà ottenere il permesso di soggiorno per rimanere in Italia; in caso contrario avrà l’obbligo di abbandonare il territorio italiano entro tre giorni e, qualora il soggetto si rifiutasse oppure rientrasse in Italia in seguito, verrà arrestato dalla polizia.
La legge Bossi Fini ha emanato alcune disposizioni anche per quanto riguarda i ricongiungimenti famigliari: nel caso in cui un cittadino extracomunitario volesse far arrivare in Italia il coniuge o i figli minori, potrà farlo solo a patto che sia in regola con tutti i permessi, così come c’è la possibilità del ricongiungimento con i propri genitori, ma solo nel caso in cui essi abbiano un’età superiore i sessantacinque anni e nessun altro membro della famiglia possa occuparsi di loro.