La
tariffa d’igiene ambientale (TIA) ha costituito per alcuni anni il sistema di finanziamento dei Comuni per la gestione della raccolta rifiuti, prima di venire sostituita nel 2011. Infatti, la legge 22 dicembre 2011, n. 214, ha convertito il cosiddetto ‘decreto salva Italia’ (6 dicembre 2011, n. 201), prevedendo l’abolizione della TIA e la sua sostituzione con la
TARES (Tributo comunale sui rifiuti e i servizi). Successivamente, la complicata normativa in materia di tassa sui rifiuti è stata ulteriormente modificata: la legge 27 dicembre 2013, n. 147, ha infatti introdotto la
TARI, una componente della nuova Imposta Unica Comunale su casa e rifiuti (IUC).
Oggi dunque la tariffa d’igiene ambientale
non esiste più e i Comuni sono tornati a richiedere un comune tributo ai propri cittadini per finanziare i servizi di pulizia e rimozione dei rifiuti. La particolarità della TIA era appunto quella di non essere un tributo pagato ai Comuni, ma una vera e propria
tariffa da versare al gestore del servizio di raccolta rifiuti e pulizia, sulla base della quantità di rifiuti prodotti da ogni nucleo famigliare. La TARES e il tributo oggi in vigore, ossia la TARI, vengono calcolati invece sulla base della superficie dell’immobile.
La TIA era divisa in due parti: la prima era calcolata sulla base di criteri fissi per tutti gli utenti, come la
superficie dell’immobile e il numero dei componenti del nucleo famigliare. La seconda parte invece avrebbe dovuto essere quella più variabile, riflettendo l’effettiva quantità di rifiuti prodotta da ogni famiglia. I metodi più comuni per quantificare i rifiuti erano quello volumetrico (valutando il numero di sacchi ritirati o di svuotamenti dei bidoni dell’immondizia) oppure quello presuntivo, utilizzando dei coefficienti per ogni categoria di cittadini (ce n’era più di 30). Queste difficoltà e confusioni di calcolo sono state uno dei motivi della sostituzione con la TARES prima e la TARI poi.
La tassa d’igiene ambientale finanziava vari
servizi:
- la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani
- la pulizia stradale
- lo smaltimento dei rifiuti della pulizia stradale
- i rapporti con l’utenza e le spese amministrative di riscossione, accertamento e contenzioso.