L'addizionale comunale Iperf è un'imposta sul reddito diretto (l'Irpef appunto, che calcola l'imponibile direttamente sulle entrate dell'anno prima del contribuente che fa la dichiarazione dei redditi) istituita nel 1998 e articolata in due aliquote distinte. L'aliquota è il tasso fisso o variabile, che viene espresso in forma di percentuale, che si applica sulla cosiddetta base imponibile. Quindi una volta calcolato il totale guadagnato, pulito degli sgravi fiscali di cui si ha diritto, viene calcolata una percentuale per ogni imposta che lo prevede.
In questo caso la prima delle due aliquote è relativa alla compartecipazione dell'addizionale Irpef, ed è uguale per tutti i comuni. Ogni anno il Ministero delle Finanze ne decide l'entità, e ogni città italiana ne segue le direttive. Invece la seconda è relativa all'aliquota opzionale, stabilita dai singoli comuni, e non può superare lo 0,8%.
Questo in parole povere vuol dire che a seconda del comune di residenza ci si troverà a pagare più o meno tasse. Quindi i comuni finanziariamente più in crisi chiederanno la percentuale massima per poter rimpinguare le casse e tappare qualche buco in bilancio, quelli dotati di meno spese o di un'economia più oculata potranno anche non far pagare nulla.
L'aumento o la diminuzione di questa imposta può anche avere un risultato diretto sulle elezioni, essendo stabilita in sede di amministrazione comunale, un incremento improvviso o un calo potrebbero orientare alcuni voti in una direzione piuttosto che in un'altra, spostando il bacino di favori. E anche vero che il comune, sempre meno finanziato dal governo centrale, per le spese extra, o ormai anche per quelle ordinarie, deve per forza attinge alle uniche tassazioni dirette che non fanno il giro dalla capitale. Motivo per cui spesso sono quelle che subiscono l'incremento maggiore.
I comuni che hanno deciso di applicare questa tassazione aggiuntiva sono circa 2000 in tutta Italia, a seconda dell'amministrazione vigente o della situazione economica vi è oppure no un'esenzione per le fasce di reddito più basse.