I finanziamenti a protestati sono delle linee di credito concesse a soggetti iscritti negli elenchi o registri dei protesti, trasmessi dai tribunali alle Camere di Commercio e qui consultabili.
Esistono due tipologie di protesti: il protesto assegni, quando viene emesso un assegno a vuoto per cui viene dichiarato pubblicamente, da parte di un ufficiale giudiziario o segretario comunale, il mancato versamento della somma pattuita; il protesto cambiario, quando non viene onorato il pagamento di una cambiale.
La soluzione più semplice per ottenere un finanziamento in caso di protesto è senza dubbio quella di procedere alla cancellazione del protesto stesso seguendo una specifica procedura burocratica.
In questo caso è necessario, oltre ad avere sanato il debito con il proprio creditore entro 12 mesi dalla levata del protesto oppure dopo avere ottenuto la riabilitazione dal tribunale, rivolgersi ad un legale che ne richieda la cancellazione tramite il tribunale presso le camere di commercio.
Quando i tempi della procedura di cancellazione non coincidono con le necessità finanziarie, si può ricorrere ai cosiddetti prestiti per protestati.
Possono richiedere questi prestiti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato del settore pubblico e privato.
Queste categorie di lavoratori possono ottenere facilmente dei prestiti anche se risultano protestati, poiché il rimborso del prestito avviene tramite la
cessione del quinto dello stipendio, cioè con una trattenuta in busta paga, pari al 20% della retribuzione mensile.
Le condizioni economiche dei finanziamenti per protestati prevedono un tasso fisso, importi fino a 50 mila euro ed una durata da 12 a 120 mesi.
I prestiti per protestati possono essere richiesti (ma è quasi impossibile che gli stessi vengano finanziati) anche da lavoratori autonomi.
In tal caso, non essendo in possesso di un documento di reddito mensile continuativo, come la busta paga, bisognerà fornire delle garanzie accessorie, come la firma di un garante o fideiussore che percepisca uno stipendio mensile in grado di estinguere il debito, in caso di insolvenza del debitore principale e che abbia una situazione economica ineccepibile.
La strada migliore per gli autonomi è di rivolgersi presso il proprio istituto bancario che spesso valuta la finanziabilità del richiedente anche su altri parametri spesso legati alla fiducia sul proprio cliente (se ce ne sono i presupposti).
Altra alternativa sono i
prestiti cambializzati, dove le rate si pagano tramite emissioni di effetti cambiari.
Questi prestiti, in alcuni casi, vengono erogati senza tenere conto dell’eventuale condizione di protesto del richiedente, a patto che si tratti di un protesto assegni; nel caso di protesti cambiari i prestiti cambializzati non sono una soluzione di credito.
Esistono infine alcune soluzioni di prestito ipotecario (erogati da alcuni istituti bancari) dove, a garanzia della restituzione dell'importo, è necessario ipotecare l'immobile di proprietà. Anche i pluriprotestati possono richiedere questo tipo di finanziamenti, solo che maggiori sono le difficoltà nell’ottenimento degli stessi.
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