ll rapporto
Deficit/
Pil è un
indicatore economico molto importante in una nazione.
L’analisi della dimensioni del deficit pubblico in rapporto al Pil – Prodotto interno lordo, equivale al
rapporto esistente tra la differenza delle uscite e delle entrate delle amministrazioni pubbliche in un determinato periodo di tempo, solitamente un anno,
e la somma complessiva dei beni e dei servizi finali prodotti all’interno di una nazione in un certo arco di tempo al netto dell'inflazione, cioè la sua ricchezza.
Questo valore, sintetico ed immediato, viene utilizzato per definire la condizione di salute di un paese, pertanto più il suo valore e' elevato tanto peggiore e' la situazione, e viceversa. Un alto rapporto fra deficit e Pil significa, più semplicemente, che lo Stato sta perdendo del denaro e producendo poca ricchezza. E’ un parametro spesso utilizzato all’interno di raffronti internazionali e una variabile fondamentale nelle manovre speculative dell’economia contemporanea all’interno del mercato finanziario, delle decisioni degli investitori e sulla politica stessa di ogni singolo governo. La sua crescita o la sua diminuzione si traduce quindi in un segnale di stabilità finanziaria che incoraggia o deprime azioni di investimento.
Secondo il patto di stabilità e crescita siglato a Maastricht da tutti i membri dell'Unione europea,
il rapporto deficit/Pil deve mantenere un valore pari o inferiore al 3%. Questa percentuale è stata definita per evitare la creazione di debiti eccessivi e quindi non più rimborsabili. Oggi, sono pochi i paesi in grado di mantenere tale limite e le strategie utilizzate dai governi per ovviare ad un rapporto deficit/Pil negativo, sono le manovre economiche che mirano al cosiddetto pareggio di bilancio.
In ultimo, bisogna fare attenzione a non confondere il rapporto Deficit/Pil con il rapporto fra Debito pubblico/Pil. Quest’ultimo, importante indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato, indica invece lo stato di indebitamento di una nazione nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri che hanno sottoscritto un credito allo Stato con l’acquisto di
obbligazioni destinate a sanare il fabbisogno finanziario statale.