Nel 1975,
l’Italia era la sesta potenza economica nella scena mondiale ma, nel 2013, per dimensioni dell'economia, non è nemmeno più fra i primi otto. Oggi, il nostro paese
occupa il nono posto per Pil - Prodotto interno lordo. La presenza dell’Italia nel G8 del 2014 è dovuta solo a ragioni politiche, storiche.
Osservando la situazione negli anni che vanno
dal 2000 al 2010, il Pil è aumentato in termini reali solo del 4% e negli anni successivi è ulteriormente diminuito. In uno scenario globale, senza ombra di dubbio molto complicato, dati del 2012 relativi al tasso di crescita del Pil in Italia parlano di una variazione negativa del - 2,4%.
Il
Pil – Prodotto interno lordo, è il valore complessivo dei beni e dei servizi finali prodotti all’interno di un paese in un determinato periodo di tempo, che generalmente corrisponde a tre mesi o un anno, al netto dell'inflazione ed espresso come percentuale. Suddetto valore ci comunica quindi qual è la dimensione del fatturato, il peso economico e la capacità di proiezione nel mondo del nostro paese.
Il Pil è un
valore chiave nello scenario macroeconomico e un indice importantissimo nella definizione strategica di sviluppo di un paese poiché, attraverso la sua dimensione, ad esempio, può attrarre o allontanare ipotetici investitori e aumentare o ridurre il sostegno politico ed economico da parte di altri paesi. E’ bene precisare che una costante crescita del Pil ha poi evidenti effetti positivi sui mercati finanziari perché significa esistere un incremento degli utili aziendali e di conseguenza dei prezzi dei titoli. Ovviamente, un aumento repentino di questo indice rischia di trasformarsi in una bolla capace di alimentare l’inflazione ma il Pil si conferma un valore monitorato con grande attenzione da tutti gli operatori finanziari, e non solo.
Nell’UE – Unione Europea ,
gli accordi di Maastricht hanno definito un patto di stabilità e crescita che impone a tutti gli stati membri di mantenere nel
rapporto deficit/Pil un valore pari o inferiore al 3%, e non superare
il 60% nel rapporto debito pubblico/Pil. Questa scelta è determinata dalla volontà di evitare debiti pubblici troppo grandi e non estinguibili. Sono pochi a rispettarlo e l’Italia, nel 2012 ha registrato un rapporto debito pubblico/Pil pari al 127%.
Per avere maggiori informazioni e una panoramica storica più dettagliata, si consiglia di visitare il sito dell’
Istat a cui è affidato il calcolo del Pil, nella sezione dedicata ai conti nazionali.