Il dibattito sulle fonti di energia, rinnovabili e non, è sempre più acceso e coinvolge, ormai, non solo tecnici ed esperti di settore, bensì anche cittadini comuni i quali, vuoi per necessità, vuoi per interesse, si stanno avvicinando alla questione.
D'altro canto, telegiornali e media in genere affrontano, in vario modo, il discorso sulle energie non rinnovabili, spiegando come esse siano, in buona misura, in via di lento ed inesorabile esaurimento.
Vediamo ora, brevemente, quali sono queste energie non rinnovabili.
Con energie non rinnovabili si intendono quelle derivanti da fonti che, considerate in tempi "medio-brevi", ovvero "umani", sono passibili di esaurimento e non si possono rigenerare da sole.
Attualmente, le principali fonti attraverso le quali si produce energia sono, appunto, non rinnovabili: petrolio, carbone, gas naturale e uranio.
Il petrolio, composto da idrocarburi, è il prodotto di un lunghissimo processo, svoltosi nel sottosuolo, che ha portato elementi animali e vegetali, attraverso una lunga trasformazione chimica, a diventare il prezioso e tanto usato combustibile fossile che noi tutti, ogni giorno, in qualche modo utilizziamo.
Il carbon fossile, per lungo tempo la principale fonte di energia non rinnovabile, deriva anch'esso da una trasformazione avvenuta nel sottosuolo, che ha coinvolto piante che, con il tempo, sono diventate carbone appunto.
Anche il gas naturale, come ad esempio il metano, si trova in giacimenti presenti nel sottosuolo, spesso ma non sempre associati a quelli di petrolio.
L'ultima fonte di energia non rinnovabile presa in esame è l'uranio, che si estrae da minerali molto rari in natura e che, per potere essere utilizzato per produrre energia, deve subire un processo di "arricchimento".
Queste energie non rinnovabili, prodotte a partire da queste fonti presenti in natura ma esauribili, oltre a porre dei problemi di natura economica (difficoltà di approvvigionamento ed esauribilità, che ne provoca un aumento dei costi in funzione della disponibilità), causano anche problemi di tipo ambientale, vista la tipologia dei residui che derivano dalla combustione di petrolio e gas oppure dalle scorie radioattive prodotte dalla fissione nucleare dell'uranio.
Per ovviare a ciò, ormai da diversi anni si stanno sperimentando e utilizzando, ormai su ampia scala in certe aree del mondo, fonti di energia rinnovabili, anche se il cammino per la loro affermazione su vasta scala è ancora lungo.