La fossa settica, conosciuta anche come fossa biologica tradizionale, è un tipo di fognatura statica, che viene utilizzata per il deflusso di acque nere (rifiuti organici provenienti dai servizi igienici) e di acque grigie (che provengono dai lavabi e simili). Si tratta di fatto di un’alternativa ai sistemi di fognatura dinamica, ossia i tradizionali sistemi fognari pubblici. In realtà, non è sempre detto che i due sistemi si escludano a vicenda, ma spesso la fossa biologica viene installata in condomini o case isolati, dove non è presente un collegamento con la rete fognaria. Spiegheremo ora brevemente il suo funzionamento e le differenze rispetto ad altri sistemi, come i pozzi neri o le fosse di tipo Imhoff. In tutti i casi, è sempre bene essere a conoscenza delle norme in materia, perché non sempre questo sistema di deflusso è consentito.
In sostanza, il funzionamento di una fossa biologica tradizionale si fonda sulla decomposizione dei batteri presenti nei rifiuti organici e nelle acque di scolo. I batteri si decompongono in parti solide e si accumulano sul fondo della fossa. Un altro elemento di scarico sono le schiume, che invece risalgono in superficie, bloccate poi da filtri detti paraschiume. I liquidi invece vengono poi fatti defluire nel terreno o, in presenza di un collegamento con la rete fognaria, è consigliato che vengano fatti entrare nella rete stessa.
Il secondo tipo di fossa, quella di tipo Imhoff, è quello a cui solitamente ci si riferisce con il termine specifico di ‘fossa settica’. La fossa settica propriamente detta è più consigliabile per le case isolate o di campagna, perché garantisce un grado di depurazione in media superiore rispetto a una fossa standard: in questo caso, i liquidi potrebbero, se consentito dalla legge, anche defluire nel terreno. Qui la sedimentazione avviene in una vasca nella parte alta della fossa (per maggiori particolari, consultate questo articolo).
Infine, bisogna distinguere queste tipologia di fossa settica dai pozzi neri: la differenza sostanziale è che nel pozzo nero non c’è un sistema di deflusso dei materiali, che semplicemente si accumulano. Per questo motivo è necessario svuotarlo molto più spesso.
Per una fossa invece, gli specialisti del settore consigliano uno svuotamento da un massimo di una volta all’anno a un minimo di una volta ogni tre anni. Questo per evitare accumuli fastidiosi e soprattutto l’ostruzione dei filtri. Per evitare problemi, bisognerebbe infine ridurre l’utilizzo di detersivi e evitare di far confluire all’interno materiali estranei come carta e sigarette.
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