E' appena entrata in vigore una nuova legge che mi obbliga a pagare una tassa o un tributo anche per gli anni passati: ma è veramente legale una norma retroattiva di questo tipo?
Vediamo assieme come il
principio di effettività si applica al sistema tributario italiano e a quello lavorativo, due esempi molto interessanti.
Il principio di effettività è un
principio giuridico, che prevede la concreta esecuzione di quanto stabilito dalle norme di un ordinamento. Si tratta di un importante principio che si applica in molti ambiti giuridici: dai rapporti fra le leggi italiane e quelle comunitarie alle norme sulla sicurezza sul lavoro. In generale, tale principio richiede che l’esecuzione delle norme non si fondi su una base astratta, ma abbia dei fondamenti concreti. Cosa significa?
Prendendo ad esempio il campo di applicazione più richiamato, quello della
sicurezza sul lavoro, il decreto legislativo n. 81/2008 ha finalmente reso norma di legge alcuni principi che erano stati già sanciti dalla giurisprudenza. Fra questi il principio di effettività: concretamente, nel caso di procedimenti per infortuni sul lavoro o simili cause che ricercano le responsabilità in caso di danni alla salute del lavoratore, si prevede che il datore di lavoro, il dirigente o il preposto venga individuato non solo sulla base della sua qualifica, ma come colui che “pur sprovvisto di regolare investitura, eserciti in concreto i poteri giuridici riferiti” alle tre figure citate in precedenza. Eventualmente, è responsabile non chi assume la carica di datore di lavoro o dirigente (o comunque, non solo lui), ma anche
chi effettivamente impartisce comandi che potrebbero aver poi provocato il danno.
Un altro ambito, meno conosciuto, in cui si applica il principio di effettività è quello della
capacità contributiva, uno dei
doveri dei cittadini sanciti dalla Costituzione: la tassazione deve ricadere su ricchezze realmente esistenti, non fittizie. Inoltre, tale principio richiede che la capacità contributiva del cittadino venga calcolata senza considerare i costi sostenuti per produrre la ricchezza su cui poi si basa il calcolo della tassazione.
Un aspetto importante è poi il divieto di
pagamenti anticipati: questo non significa che pagamenti come gli acconti (si veda
l’acconto dell’IVA) non siano legali. Il divieto riguarda il pagamento di tributi su situazioni (presupposti d’imposta) che devono ancora verificarsi. Ad esempio, non si può pagare un’imposta su un immobile di cui non si è ancora proprietari.
Legato a questo, in ambito tributario è importante anche il
principio di attualità. Il tributo deve fondarsi su una
capacità contributiva in atto: quindi
i tributi retroattivi non sempre possono essere autorizzati, perché riguardano situazioni passate che non hanno più incidenza sulla capacità imponibile attuale del contribuente. I
tributi retroattivi sono possibili solo se rispettano il principio di ragionevolezza e non sono in contrasto con altri valori costituzionali.