Qualcuno ha pubblicato su Facebook o su un altro social network delle affermazioni offensive su di noi? Abbiamo ricevuto insulti o sono state diffuse notizie false sul nostro contro? Vogliamo tutelare la nostra persona e difendere la nostra buona reputazione? Ecco in cosa consiste il
reato di diffamazione e, soprattutto, come ci si può difendere.
La denuncia per diffamazione può essere sporta contro chi abbia offeso la nostra reputazione quando non eravamo presenti.
Il reato di diffamazione è disciplinato dall’
articolo 594 del codice penale. Molto spesso la diffamazione viene confusa con il reato di
ingiuria: entrambi i reati prevedono delle dichiarazioni lesive della reputazione di una persona, ma se la diffamazione avviene in assenza dell’offeso, l’ingiuria prevede invece che la parte lesa sia presente. Quindi, se siete stati offesi quando eravate presenti, si tratta di ingiuria, altrimenti di diffamazione. Ovviamente, il danno alla vostra reputazione dovrà essere provato, per portare a delle sanzioni.
Per questo motivo esiste la denuncia per diffamazione. La
querela deve essere presentata presso la questura di competenza, presso i carabinieri o il tribunale vicino dell’area di provenienza: per avere effetto, la denuncia deve avvenire
entro 3 mesi dal momento in cui si è venuti a sapere delle dichiarazioni lesive. Il modo più diretto è quello di presentarsi di persona ai carabinieri entro questo termine temporale. È comunque consigliabile consultare prima un avvocato di fiducia per comprendere i margini della denuncia stessa: la causa civile potrebbe infatti essere molto lunga ed è meglio sapere se ne vale davvero la pena. Potete comunque delegare l’avvocato per effettuare la querela.
Chi viene condannato per diffamazione rischia da 1 a 3 anni di reclusione e una multa da 1.000 a 3.000 euro, dopo un giudizio da parte del
Giudice di pace. Esistono tuttavia dei casi in cui affermazioni diffamatorie
non possono essere punite: ad esempio, dichiarazioni riportate sulla stampa per diritto di cronaca o di critica non sono punibili. Allo stesso modo, chi effettua affermazioni che riteniamo offensive di fronte all’Autorità giudiziaria o amministrativa non può essere punito. Infine, non rientrano in questo campo anche le ingiurie provocate da uno stato d’ira causato “da un fatto ingiusto altrui”, ad esempio da azioni non corrette di chi viene poi insultato o diffamato.
Cosa fanno i carabinieri quando ricevono la denuncia? Solitamente la trasmetteranno alla procura in attesa di riscontri. Per evitare troppi passaggi inutili e cercare di risolvere al meglio la situazione, è sempre bene innanzitutto essere certi della diffamazione e che questa sia avvenuta di fronte a testimoni (altrimenti il reato sarà difficile da provare). E poi, nuovamente, affidare la denuncia per diffamazione a
un buon avvocato di fiducia.