I
CCT, Certificati di Credito del Tesoro, sono soggetti a quotazioni come ogni altro titolo di debito o di credito emessi dallo Stato e per ogni altro strumento finanziario. A differenza di altri titoli di debito, come i
BOT e i
BTP, i CCT hanno un tasso variabile e, quindi, il valore delle cedole semestrali può oscillare proprio in base all'andamento dell'indicizzazione dei tassi di riferimento del titolo.
Per controllare l'
andamento dei CCT è necessario consultare la sezione del mercato borsistico che gli istituti finanziari mettono a disposizione dei propri clienti o, in alternativa, i numerosi siti internet che offrono il servizio di consultazione delle quotazioni dei titoli finanziari. Alcuni siti offrono le quotazioni in tempo reale, mentre altri forniscono le quotazioni giornaliere, date dalla media del mercato del titolo.
La consultazione di questi dati consente non solo di sapere qual è la quotazione dei titoli in proprio possesso, ma permettono a chi non ha ancora investito in titoli e strumenti finanziari di poter capire, in base al rendimento di ogni titolo, qual è lo strumento che più si adatta alle esigenze di investimento anche in base alla disponibilità finanziaria e ai risultati che si vogliono ottenere.
I CCT hanno una
durata di 5 anni e prevedono lo stacco di cedole semestrali: le cedole sono indicizzate all'andamento dei tassi in Italia e all'indice marginale (spread) stabilito al momento dell'emissione. Questo significa che per calcolare il rendimento di ciascuna cedola, bisogna sommare lo spread e il tasso medio rilevato due giorni prima del giorno di godimento della cedola. Il pagamento effettivo della rendita avviene 6 mesi dopo la sua scadenza, cioè se la cedola ha la scadenza semestrale a marzo, verrà pagata a settembre.
Anche per i
CCTeu, cioè i CCT emessi dal Tesoro ma indicizzati ai tassi europei (
Euribor), il meccanismo è identico, sia per il funzionamento dei titoli, sia per le modalità di calcolo della rendita data dalla cedola semestrale; la differenza è l'indice di calcolo della quota variabile che, invece di prendere a riferimento l'andamento dei tassi italiani, prende come indice l'
Euribor a 6 mesi. In questo caso, l'Euribor che farà fede per il calcolo della rendita cedolare è quello rilevato il secondo giorno lavorativo antecedente il giorno di stacco della cedola.