In Italia come in tutta Europa i rapporti di lavoro sono regolamentati da una branca della giurisprudenza chiamata
diritto del lavoro. Questa si occupa infatti di stabilire un'insieme di norme di riferimento in materia di contratti, siano questi
subordinati o non subordinati.
A integrare la parte permanente del corpus legislativo ci sono inoltre i contratti collettivi di settore, stipulati periodicamente in accordo con sindacati e datori di lavoro, che definiscono più nello specifico orari, sicurezza e salute sul posto di lavoro, congedi, ferie, malattia, retribuzione minima, ecc.
In caso di controversie fra il datore di lavoro e il lavoratore (che può essere un singolo individuo come anche un gruppo di persone della stessa azienda) l'iter da seguire non è complicato, ma si consiglia comunque di richiedere una consulenza presso un'associazione dei lavoratori in modo da ottenere una prima valutazione del proprio caso.
Il passo successivo, nel caso in cui vi sia un fondato sospetto di scorrettezze da parte del datore di lavoro, è quello di aprire una vertenza di lavoro.
Sia che ci si rivolga a un sindacato, sia che ci si affidi a un avvocato privato, durante la prima fase ci si dedicherà a raccogliere la documentazione (dal contratto alle testimonianze di persone fisiche) in grado di comprovare l'esistenza del rapporto di lavoro e della presunta scorrettezza in questione.
Prima dell'apertura del processo, però, è obbligatorio un periodo di 60 giorni durante il quale le due parti dovranno cercare di trovare un accordo. Se questo viene raggiunto si stilerà un verbale di conciliazione le cui condizioni saranno immediatamente esecutive, mentre se la controversia rimane aperta sarà il
tribunale del lavoro a intervenire con i passaggi successivi.
Proprio come in una normale causa civile il procedimento comprende diversi gradi (dal primo grado alla sentenza di Cassazione). I tempi di questo tipo di processo tendono però a essere più rapidi e improntati a una risoluzione veloce della questione.
Ogni consiglio è inesorabilmente legato alla specificità di ogni caso e situazione: una controversia risolta in fase di conciliazione può favorire il lavoratore che non dovrà attendere il processo, ma in casi più gravi soltanto quest'ultimo potrebbe fare luce sulla situazione effettiva e garantire una giusta risoluzione.