La
pensione di reversibilità è la
quota che della pensione complessiva spetta a uno dei coniugi nel caso di sopraggiunta morte dell’altro. Tale forma previdenziale rientra in quella che viene definita
pensione ai superstiti, ovvero la prestazione economica erogata ai familiari di un pensionato o di un lavoratore deceduto. La pensione di reversibilità viene erogata
nel caso in cui a mancare sia il soggetto pensionato, mentre si parla di
pensione indiretta nei casi in cui si verifichi il decesso di un lavoratore non ancora andato in pensione ma che versava i contributi previdenziali.
La pensione di reversibilità spetta:
- al
coniuge superstite, anche nei casi di separazione (se il coniuge superstite è separato con addebito, la pensione gli spetta solo nel caso il Tribunale gli abbia riconosciuto il diritto agli alimenti) e di divorzio (se titolare dell’assegno divorziale);
- ai
figli siano essi legittimi o legittimati, adottivi, naturali o affiliati, nati da precedente matrimonio, riconosciuti legalmente o dichiarati giudizialmente, che al verificarsi del decesso del genitore siano minorenni, inabili, studenti e, in generale, a carico del soggetto deceduto;
- ai
nipoti minori a carico del deceduto.
Nel caso i parenti sopra elencati manchino, la pensione di reversibilità del deceduto può essere erogata ai suoi
genitori se in età non inferiore ai 65 anni e non titolari di pensione che siano a carico del deceduto al momento della sua morte; mentre nel caso manchino anche i genitori la pensione spetterà ai
fratelli celibi e alle sorelle nubili inabili non percepenti pensione e che siano a carico del deceduto sempre al momento della sua morte.
La pensione di reversibilità
deve essere necessariamente richiesta dai parenti superstiti. La domanda può essere inoltrata esclusivamente
per via telematica, tramite tre distinti canali. Il primo è il servizio telematico al quale è possibile accedere, tramite l’inserimento di un codice PIN, dal sito ufficiale dell’INPS. È altresì possibile inoltrare la richiesta tramite telefono, chiamando il numero gratuito 803164 (da rete fissa) o il numero a pagamento 06164164 (da rete mobile), mettendosi in contatto con il contact center integrato. Infine è possibile appoggiarsi ai patronati e ai soggetti intermediari dell’istituto previdenziale, avvalendosi dei servizi telematici da essi offerti.
La pensione di reversibilità viene erogata ai superstiti che l’hanno richiesta dal
primo giorno del mese successivo a quello del decesso, indipendentemente dalla data in cui è stata presentata la domanda.
Per quanto concerne invece
l’importo spettante ai familiari, questo viene calcolato in relazione alla pensione corrisposta al soggetto deceduto applicando le quote percentuali contemplate dalla Legge 335/95. Inoltre si ricorda che l’ammontare della pensione di reversibilità erogata a partire dal primo settembre del 1995 viene ridotto nei casi in cui titolare possieda altri redditi; mentre per quanto concerne i titolari di assegno o pensione sociale che ricevono la pensione di reversibilità perdono contestualmente il diritto alle prestazioni di natura assistenziale.
Si ricorda che il diritto alla pensione di reversibilità
può cessare in diversi casi. Tra questi si ricordano il caso in cui il coniuge contragga nuovamente matrimonio, il caso in cui i figli raggiungano la maggiore età, il caso in cui per i figli inabili venga meno lo stato di inabilità e altri casi ancora, tutti adeguatamente specificati ed esplicati sul sito dell’
INPS. Pertanto si consiglia di consultare la
corrispondente pagina web per ulteriori approfondimenti.