Quando si parla di
contributi agricoli ci si riferisce principalmente alla
previdenza sociale dei lavoratori impiegati nel settore dell’agricoltura. Tuttavia, spesso, con contributi agricoli si intendono anche
i finanziamenti e gli incentivi che a tale settore sono destinati nella prospettiva di svilupparlo.
Il calcolo della contribuzione degli agricoltori va effettuato
in relazione alla loro retribuzione giornaliera sulla base della qualifica da loro posseduta e delle mansioni che rientrano nel loro ruolo di competenza e che sono stabilite dal Contratto Collettivo Provinciale.
Fino alla data del 31 dicembre del 2005 se la retribuzione giornaliera dell’agricoltore, prevista da contratto, era inferiore al salario medio convenzionale si applicava quest’ultimo, nella misura stabilita a seconda della zona del territorio agricolo nazionale interessato. Dal primo gennaio del 2006 è stato stabilito invece che la retribuzione non può essere inferiore agli importi decisi per legge. Si ricorda inoltre che la normativa riconosce delle
agevolazioni contributive ai datori di lavoro che applicano i contratti nazionali e territoriali di categoria, anche nei casi in cui la retribuzione contrattuale sia inferiore alla soglia minima. Per quanto concerne invece il periodo compreso tra il 2006 e il 2009, la legge ha stabilito delle riduzioni contributive. Nello specifico: la diminuzione del 75% dei contributi a carico dei datori di lavoro che svolgono la propria attività nei territori montani svantaggiati e la riduzione del 68% della contribuzione sempre a carico dei datori di lavoro delle aziende agricole situate in aree svantaggiate. Tale normativa è stata prorogata fino alla fine del 2010. Per conoscere le misure contributive precise in merito al settore agricolo si consiglia di consultare il
sito dell’Inps alla
corrispondente pagina web.
Inoltre la legge attualmente prevede per le imprese agricole beneficiarie la
possibilità della compensazione tra gli aiuti comunitari e i contributi previdenziali. Questo significa che i contributi delle aziende agricole con dipendenti risultanti a debito ma iscritti a ruolo possono essere compensati con gli aiuti comunitari.
Le aziende che non corrispondono il versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali ai dipendenti a tempo determinato e indeterminato incorrono in una situazione di
illecito. Tale inadempienza viene punita con la reclusione fino a tre anni e con una multa sui mille euro. Se si provvede invece a regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti entro tre mesi dalla data di ricezione della lettera di diffida è possibile non incorrere nelle sanzioni. La regolarizzazione va effettuata tramite modello F24, mentre per i debiti iscritti a ruolo occorre il modello F35, da presentare gli sportelli esattoriali.
Come già accennato all’inizio dell’articolo, quando si parla di contributi agricoli ci si può anche riferire agli incentivi per favorire gli investimenti nel settore e, di conseguenza, lo sviluppo dell’agricoltura. Tra le agevolazioni previste si ricordano quelle per i
giovani agricoltori (tra i 18 e i 39 anni), che succedono a un parente entro il terzo grado nella conduzione dell’azienda familiare agricola. Per conoscere i requisiti che occorre possedere per ricevere i contributi agricoli di incentivazione si consiglia di consultare il sito:
http://www.arealavoro.org/contributi-agricoltura.htm. Per quanto concerne invece l’ambito previdenziale legato all’agricoltura si consiglia di visionare la
relativa pagina dell’Inps.