Gli
ammortizzatori sociali sono un complesso di disposizioni normative finalizzate a
sostenere concretamente il reddito di tutti coloro che si trovano involontariamente in una situazione di disoccupazione.
In Italia, il principale tra gli ammortizzatori sociali è il
sussidio di disoccupazione chiamato ASPI (Assicurazione Sociale per l’Impiego), ed esistono anche altri ammortizzatori sociali in deroga che estendono ai lavoratori del settore privato le tutele che in passato erano riservate solamente ad alcune categorie, ovvero la cassa integrazione guadagni e l’indennità di mobilità.
Parlando di ammortizzatori sociali per disoccupati, dunque, l’ASPI viene erogata a favore dei lavoratori che abbiano concluso un rapporto di lavoro di tipo subordinato
in modo non volontario e che abbiano pagato almeno 52 settimane di contributi negli ultimi due anni. Tale sussidio, pari al
75% della retribuzione media per i redditi più bassi, viene erogato in modo proporzionale alle settimane lavorate negli ultimi 4 anni per un massimo di 24 mesi.
A seguito della riforma del lavoro Fornero (28 giugno 2012, n.92) e della riforma ammortizzatori sociali, l’ASPI ha sostituito l’indennità di disoccupazione ordinaria. Altre tipologie ammortizzatore sociale sono la disoccupazione agricola, destinata a lavoratori e operai agricoli, la mini-ASPI, destinata a lavoratori che pur non avendo raggiunto i requisiti contributivi minimi per chiedere l’ASPI abbiano maturato almeno 13 settimane di contributi. In questo caso, però, il sussidio verrà corrisposto per un numero di settimane pari alla metà di quelle per cui sono stati pagati i contributi.
Tra gli ammortizzatori sociali c’è anche l’
indennità di mobilità a cui hanno diritto i lavoratori assunti a tempo indeterminato che hanno la qualifica di quadro, impiegato o operaio e sono stati licenziati o collocati in mobilità dalla loro azienda per esaurimento della cassa integrazione straordinaria, per riduzione di personale o per trasformazione o cessazione dell’attività aziendale. E’ sempre opportuno ricordare che
non avranno diritto agli ammortizzatori sociali tutti i lavoratori collocati in mobilità ma solo quelli licenziati da imprese sottoposte al regime di
cassa integrazione.
Non è finita qui. Esistono infatti anche gli
ammortizzatori sociali in deroga come la mobilità in deroga, un istituto che prevede che l’indennità di mobilità venga estesa anche a quei lavoratori licenziati da aziende non destinatarie della normativa sulla
mobilità.
I lavoratori percepiranno tale indennizzo solo
dopo che si sia conclusa l’erogazione dell’indennità di disoccupazione e solo laddove esistano i requisiti. Potranno beneficiarne solo i lavoratori che abbiano fruito della mobilità ordinaria e per cui sia prevista una proroga di trattamento.
Infine, tra gli ammortizzatori sociali c’è la
Cassa Integrazione guadagni (CIG), che viene corrisposta ai lavoratori di imprese e grandi imprese commerciali che vengono sospesi dalla loro impresa o a cui viene ridotto l’orario di lavoro a causa di motivazioni economiche. Questa può essere ordinaria o straordinaria, mentre quella in deroga estende la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali anche alle imprese del settore privato.
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