Titoli azionari

Il termine “titolo” nel linguaggio finanziario indica genericamente l'impiego di capitale come finanziamento per un ente pubblico oppure per un'impresa privata sotto forma di quote di debito oppure di quote di capitale. Nel primo caso si parla di titoli obbligazionari, nel secondo invece di titoli azionari. In cambio dell'investimento fatto, il titolo acquisito crea l'aspettativa di una remunerazione, che si concretizza nel recepimento di un interesse pagato a una certa scadenza concordata nel caso delle obbligazioni e nell'erogazione di dividendi nel caso delle azioni. Un'altra opzione è la realizzazione di capitale procedendo alla vendita del titolo stesso nel mercato finanziario secondario, che è quello nel quale sono trattati i titoli già in circolazione che possono essere scambiati prima della loro scadenza.
In genere quando si parla di titoli azionari si prendono in considerazione tre categorie di azioni: le azioni ordinarie, le azioni privilegiate e le azioni di risparmio. Le azioni ordinarie sono quelle di base, “normali”, per così dire, nel senso che quando si parla di azioni senza ulteriori specificazioni di consueto ci si riferisce a questa tipologia, mentre per le altre categorie l'abitudine è di chiarire esplicitamente di quale tipo si sta parlando. Dal momento che le azioni consistono in quote di partecipazione al capitale di un'azienda, le azioni ordinarie conferiscono al titolare il diritto di partecipare e di votare nelle assemblee dei soci, oltre che di partecipare alla divisione degli utili e di ricevere una quota di liquidazione in caso di scioglimento della società.
Le azioni privilegiate vengono invece chiamate in questo modo perché permettono al titolare di godere di un privilegio, appunto, nella ripartizione degli utili, il dividendo minimo garantito, e/o nel rimborso del capitale nell'ipotesi di scioglimento della società, fatti salvi i diritti dei sottoscrittori delle azioni di risparmio. I possessori di queste ultime, infatti, godono di privilegi di natura patrimoniale per quel che riguarda la distribuzione degli utili e il rimborso del capitale, anche se per contro non hanno diritto di voto.
In genere quando si parla di titoli azionari si prendono in considerazione tre categorie di azioni: le azioni ordinarie, le azioni privilegiate e le azioni di risparmio. Le azioni ordinarie sono quelle di base, “normali”, per così dire, nel senso che quando si parla di azioni senza ulteriori specificazioni di consueto ci si riferisce a questa tipologia, mentre per le altre categorie l'abitudine è di chiarire esplicitamente di quale tipo si sta parlando. Dal momento che le azioni consistono in quote di partecipazione al capitale di un'azienda, le azioni ordinarie conferiscono al titolare il diritto di partecipare e di votare nelle assemblee dei soci, oltre che di partecipare alla divisione degli utili e di ricevere una quota di liquidazione in caso di scioglimento della società.
Le azioni privilegiate vengono invece chiamate in questo modo perché permettono al titolare di godere di un privilegio, appunto, nella ripartizione degli utili, il dividendo minimo garantito, e/o nel rimborso del capitale nell'ipotesi di scioglimento della società, fatti salvi i diritti dei sottoscrittori delle azioni di risparmio. I possessori di queste ultime, infatti, godono di privilegi di natura patrimoniale per quel che riguarda la distribuzione degli utili e il rimborso del capitale, anche se per contro non hanno diritto di voto.