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Diritto di ripensamento

Diritto di ripensamento
Il diritto di ripensamento, anche chiamato diritto di recesso, rientra nell’articolo 64 del Codice del Consumo e aggiornamenti e consiste nella possibilità, da parte del consumatore, di sciogliere il contratto stipulato con il venditore in maniera unilaterale (ovvero anche se non vi fosse il consenso da parte di quest’ultimo), revocando l’ordine effettuato o restituendo il prodotto acquistato, dietro il rimborso della cifra spesa.

Quando può essere esercitato il diritto di ripensamento?
Il diritto di ripensamento, o di recesso, può essere esercitato solo relativamente a servizi, acquisti e alla compravendita di beni avvenuta al di fuori dei locali commerciali o a distanza. Nel caso in cui si fossero acquistati beni all’interno dei locali commerciali, la scelta se applicare o meno il diritto di recesso è a discrezione del venditore.

Quando scade il diritto di ripensamento?
La Direttiva europea del 21 febbraio 2014 (art. 9 paragrafo 1) ha prolungato il tempo per esercitare il diritto di ripensamento, allungandolo a 14 giorni (antecedentemente era consentito solo fino a 10 giorni). Il consumatore può applicare il diritto di ripensamento entro tale tempo senza dover fornire alcuna motivazione al venditore e senza incorrere nel pagamento di alcuna penale.

Cosa deve fare il consumatore per applicare il diritto di ripensamento?
  • Può inviare al venditore una comunicazione scritta mediante raccomandata a/r entro 14 giorni dalla data in cui è avvenuta la consegna della merce o la conclusione del servizio
  • Può presentare una qualsiasi altra dichiarazione in forma scritta della sua volontà di recedere dal contratto (lettera, sms o email)


Il venditore è obbligato a rimborsare il pagamento ricevuto dal consumatore, incluse le spese di consegna, entro 14 giorni dal giorno in cui ha ricevuto la comunicazione da parte del consumatore di volere recedere dal contratto. Il venditore ha tempo fino a 30 giorni di calendario per rimborsare il consumatore della spesa da lui sostenuta per l’acquisto della merce o il pagamento del servizio.
Nel caso in cui il consumatore richiedesse un tipo di consegna differente da quello standard, il venditore non è tenuto a rimborsare tali costi supplementari.

Cosa succede qualora il consumatore non fosse stato informato sul diritti di recesso da parte del venditore?
In tale caso il diritto di ripensamento a tutela del consumatore si allunga a 2 mesi per i contratti conclusi fuori dai locali commerciali e 3 mesi per quelli conclusi a distanza.