Tasso mutuo INPDAP

I dipendenti pubblici e i pensionati iscritti alla Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali hanno una possibilità in più per poter comprare la loro prima abitazione. Si tratta dei mutui INPDAP. Questo istituto svolgeva importanti funzioni di assistenza per il personale pubblico, ma è stato incorporato nell’INPS nel 2011. Sotto il nome di Gestione Dipendenti Pubblici continua tuttavia a svolgere importanti prestazioni, come, appunto, la fornitura di mutui ai propri assistiti.
Uno dei principali vantaggi di questo prestito consiste nel tasso d’interesse richiesto per la restituzione del finanziamento. Il tasso mutuo INPDAP è infatti tendenzialmente inferiore rispetto a quello che un cittadino nelle medesime condizioni creditizie e reddituali potrebbe vedersi imposto da una banca o una società finanziaria.
Il tasso mutuo INPDAP può essere fisso o variabile. Il tasso fisso rimane lo stesso per tutte le rate di restituzione e non cambia mai fino alla conclusione della durata del finanziamento: per i mutui erogati dall’INPDAP, si attesta al 3,75%.
Il mutuo a tasso variabile invece prevede dei cambiamenti nel tasso d’interesse sul capitale ricevuto. Per il primo anno il tasso è al 3,50%. Successivamente, viene calcolato sulla base del tasso Euribor a sei mesi, con una maggiorazione di 90 punti base (Euribor + 0,90%).
Un’inchiesta del Sole24Ore ha mostrato come effettivamente il tasso mutuo INPDAP garantisca dei vantaggi non indifferenti, rispetto a un prestito di una banca. Prendiamo ad esempio i mutui a tasso fisso: il 3,75% richiesto dall’INPS, a cui vanno poi sommate le spese notarili, di istruttoria e perizia, è comunque molto più competitivo del 5-6% richiesto in media sul mercato, secondo l’autorevole giornale finanziario.
Sempre la medesima inchiesta individua, sia per i tassi fissi che per quelli variabili, uno [span=testo-grassetto][span=[/span]testo-italico]spread[/span] (ossia la differenza fra i due tassi) di circa il 2% fra un mutuo normale e uno offerto dall’INPS. Per quantificare, si tratta di un risparmio di circa 160 euro al mese, per un muto da 150.000 euro da rimborsare in 20 anni.
Uno dei principali vantaggi di questo prestito consiste nel tasso d’interesse richiesto per la restituzione del finanziamento. Il tasso mutuo INPDAP è infatti tendenzialmente inferiore rispetto a quello che un cittadino nelle medesime condizioni creditizie e reddituali potrebbe vedersi imposto da una banca o una società finanziaria.
Il tasso mutuo INPDAP può essere fisso o variabile. Il tasso fisso rimane lo stesso per tutte le rate di restituzione e non cambia mai fino alla conclusione della durata del finanziamento: per i mutui erogati dall’INPDAP, si attesta al 3,75%.
Il mutuo a tasso variabile invece prevede dei cambiamenti nel tasso d’interesse sul capitale ricevuto. Per il primo anno il tasso è al 3,50%. Successivamente, viene calcolato sulla base del tasso Euribor a sei mesi, con una maggiorazione di 90 punti base (Euribor + 0,90%).
Un’inchiesta del Sole24Ore ha mostrato come effettivamente il tasso mutuo INPDAP garantisca dei vantaggi non indifferenti, rispetto a un prestito di una banca. Prendiamo ad esempio i mutui a tasso fisso: il 3,75% richiesto dall’INPS, a cui vanno poi sommate le spese notarili, di istruttoria e perizia, è comunque molto più competitivo del 5-6% richiesto in media sul mercato, secondo l’autorevole giornale finanziario.
Sempre la medesima inchiesta individua, sia per i tassi fissi che per quelli variabili, uno [span=testo-grassetto][span=[/span]testo-italico]spread[/span] (ossia la differenza fra i due tassi) di circa il 2% fra un mutuo normale e uno offerto dall’INPS. Per quantificare, si tratta di un risparmio di circa 160 euro al mese, per un muto da 150.000 euro da rimborsare in 20 anni.