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Prestiti tra privati

Prestiti tra privati
I prestiti tra privati sono una forma di finanziamento che può avere solo una cadenza occasionale e che si svolge solitamente fra parenti e conoscenti. Questa tipologia di prestito consente di accedere a delle risorse finanziarie ‘fresche’, anche senza rivolgersi a una banca o ad altre società finanziarie che erogano del credito. Si tratta di una soluzione apparentemente ottima per coloro che hanno difficoltà ad accedere al credito tradizionali, magari perché cattivi pagatori o perché senza busta paga. Tuttavia, anche questi finanziamenti, fra cui figurano anche i tradizionali prestiti dei genitori ai figli, sono regolamentati e non possono essere corrisposti in totale libertà.

Innanzitutto, il finanziamento fra privati deve essere occasionale e non deve essere svolto in modo abituale e continuativo come attività rivolta al pubblico. Inoltre, è consigliabile sempre redigere un contratto in forma scritta che sancisca il prestito, fissando innanzitutto le condizioni del finanziamento (interessi, modalità e tempi di rimborso del capitale, garanzie, penali in caso di mancata restituzione del prestito). In più, la forma scritta servirà a giustificare nei confronti del fisco le risorse in più che avrete a disposizione, altrimenti potenzialmente imputabili a forme di guadagno illegali come un lavoro in nero.

Bisogna poi considerare che anche questo finanziamento è sottoposto ad alcune forme di tassazione. In primo luogo, l’aspetto fiscale è molto importante in riferimento agli interessi: chi concede il prestito e li riceve (interessi attivi) deve infatti segnalarli nella dichiarazione dei redditi. Gli interessi pagati sul prestito fra privati rientrano invece nella categoria degli interessi passivi, ma, a differenza di quanto accade per gli interessi pagati su un prestito o mutuo erogato da una banca o un istituto di credito, non godono della detrazione IRPEF. Gli interessi del prestito fra privati non possono dunque essere detratti nella dichiarazione dei redditi.

Sono infine previste delle imposte indirette sui prestiti tra privati. In caso l’accordo venga stretto siglando un contratto o una scrittura privata, vige l’obbligo della registrazione e quindi del pagamento di un’imposta di registro del 3% del capitale erogato (3% del capitale più gli interessi, se questi sono previsti) e di un’imposta di bollo di 16 euro ogni 4 facciate dell’accordo. Se sono poi stabilite delle garanzie, si paga anche un’imposta di registro dello 0,5% del valore della garanzia stessa o anche un’imposta ipotecaria del 2% sul valore dell’ipoteca (se ad esempio la garanzia è costituita da un immobile).