Mutuo tasso variabile

Consigli, curiosità e informazioni sul mutuo tasso variabile: che cos'è, com'è strutturato, in cosa è differente rispetto al mutuo a tasso fisso, i vantaggi e gli svantaggi, le caratteristiche principali e le procedure.
Al momento di effettuare la richiesta di un mutuo per ottenere un prestito in grado di sostenere le spese per cui il richiedente non possiede liquidità, è necessario tenere ben presente che le due grandi tipologie di mutuo sono quello a tasso fisso e quello a tasso variabile.
Al primo è legato un piano di ammortamento calcolato con un interesse che è quello calcolato al momento della stipula del mutuo (sommando lo Spread con l'indice IRS), mentre al secondo è legato un piano di ammortamento soggetto a varie oscillazione in merito alle rate poiché il tasso di interesse segue gli andamenti del mercato.
Nel mutuo a tasso variabile, infatti, per calcolare il tasso d'interesse vengono presi in considerazione sia lo Spread che l'indice Euribor (soggetto a continue oscillazioni e sensibile a cambiamenti anche rispetto allo Spread). Quando l'indice Euribor è alto anche il tasso d'interesse della rata sale di conseguenza, mentre a un abbassamento dell'indice corrisponde una diminuzione della rata.
Questo significa che il tasso d'interesse varia a seconda del periodo e dell'andamento del mercato relativo.
In alcuni casi i tassi dei mutui a tasso variabile vengono calcolati sommando tra loro lo Spread e l'indice MRO (tasso stabilito dalla Banca Centrale Europea). Per il calcolo del piano di ammortamento e dell'ammontare della rata viene sommato lo Spread o con l'Euribor o con l'MRO e si ricava il tasso annuo nominale che è la base per le successive divisioni in rate del capitale complessivo.
Il vantaggio principale del mutuo a tasso variabile è che a un abbassamento dell'inflazione corrisponde un significativo abbassamento del tasso d'interesse. Di secondaria importanza sono gli oneri aggiuntivi minori rispetto al mutuo a tasso fisso per le spese di accensione del mutuo. Inoltre nei primi anni di mutuo gli oneri complessivi risultano significativamente inferiori a quelli di un mutuo a tasso fisso e la rata iniziale sensibilmente inferiore alla prima rata di un mutuo fisso.
Solitamente questo tipo di mutuo viene consigliato a chi può permettersi un certo margine di rischio legato all'andamento del mercato, in modo tale da poter comunque far fronte al piano di ammortamento previsto. In condizioni economiche precarie è maggiormente consigliato il mutuo a tasso fisso poiché fornisce maggiori garanzie di stabilità.
Al momento di effettuare la richiesta di un mutuo per ottenere un prestito in grado di sostenere le spese per cui il richiedente non possiede liquidità, è necessario tenere ben presente che le due grandi tipologie di mutuo sono quello a tasso fisso e quello a tasso variabile.
Al primo è legato un piano di ammortamento calcolato con un interesse che è quello calcolato al momento della stipula del mutuo (sommando lo Spread con l'indice IRS), mentre al secondo è legato un piano di ammortamento soggetto a varie oscillazione in merito alle rate poiché il tasso di interesse segue gli andamenti del mercato.
Nel mutuo a tasso variabile, infatti, per calcolare il tasso d'interesse vengono presi in considerazione sia lo Spread che l'indice Euribor (soggetto a continue oscillazioni e sensibile a cambiamenti anche rispetto allo Spread). Quando l'indice Euribor è alto anche il tasso d'interesse della rata sale di conseguenza, mentre a un abbassamento dell'indice corrisponde una diminuzione della rata.
Questo significa che il tasso d'interesse varia a seconda del periodo e dell'andamento del mercato relativo.
In alcuni casi i tassi dei mutui a tasso variabile vengono calcolati sommando tra loro lo Spread e l'indice MRO (tasso stabilito dalla Banca Centrale Europea). Per il calcolo del piano di ammortamento e dell'ammontare della rata viene sommato lo Spread o con l'Euribor o con l'MRO e si ricava il tasso annuo nominale che è la base per le successive divisioni in rate del capitale complessivo.
Il vantaggio principale del mutuo a tasso variabile è che a un abbassamento dell'inflazione corrisponde un significativo abbassamento del tasso d'interesse. Di secondaria importanza sono gli oneri aggiuntivi minori rispetto al mutuo a tasso fisso per le spese di accensione del mutuo. Inoltre nei primi anni di mutuo gli oneri complessivi risultano significativamente inferiori a quelli di un mutuo a tasso fisso e la rata iniziale sensibilmente inferiore alla prima rata di un mutuo fisso.
Solitamente questo tipo di mutuo viene consigliato a chi può permettersi un certo margine di rischio legato all'andamento del mercato, in modo tale da poter comunque far fronte al piano di ammortamento previsto. In condizioni economiche precarie è maggiormente consigliato il mutuo a tasso fisso poiché fornisce maggiori garanzie di stabilità.