Crisi economica in Italia

La crisi economica in Italia, all’interno della crisi economica globale, trae le sue origini dalla sovrapposizione di tre cause:
- Alto livello del debito pubblico in rapporto al Pil. Il debito pubblico di uno stato corrisponde all’importo complessivo dei prestiti che suddetto Stato contrae a fronte del deficit di bilancio. Generalmente la copertura del debito pubblico si realizza grazie all'emissione di titoli di Stato: BOT, CCT, CTZ ecc. o con l'aumento delle imposte. Mentre il Pil – Prodotto interno lordo, è una delle variabili macroenonomiche che meglio rappresenta l’attività economica di un paese. La loro relazione diviene indispensabile indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato e in Italia, dal 2008, dopo alcuni anni di diminuzione, subì una forte impennata.
- La limitata o pressoché assente crescita economica. In una situazione così critica sotto molteplici punti di vista, nella quale il Pil - prodotto interno lordo, nel 2000/2010 era aumentato in termini reali solo del 4% e successivamente ancora diminuito, anche gli investitori esteri, per esempio, a seguito dell’impossibilità del nostro paese di ricorrere alla svalutazione della moneta per stimolare la competitività delle esportazioni, iniziarono a nutrire sfiducia nell’Italia e a dirottare i loro investimenti altrove. Inoltre, nel 2009 il settore industriale incassò uno dei suoi primi duri colpi con una caduta del 15%. Ovviamente anche gli ordinativi e l’indotto di ogni singolo settore coinvolto subirono un brusco contraccolpo. L’economia italiana era stagnante e i livelli di disoccupazione giovanile iniziavano a crescere, si iniziava a percepire un considerevole calo dei consumi e si constatava una riduzione del credito delle banche.
- La scarsa credibilità dei governi e del sistema politico italiano. I governi che si sono susseguiti negli ultimi anni, purtroppo, sono apparsi privi di progettualità e privi di carattere dinnanzi ad una crisi sempre più globale e trasversale. L’instabilità politica perdurante e le tensioni legate ad essa non hanno fatto altro che acuire una condizione già complessa. A diretta conseguenza di tale affermazione, i potenziali investitori e gli altri stati, sono stati poco propensi ad investire in questo paese, le agenzie che valutano la capacità dei debitori di restituire i prestiti hanno degradato l’Italia e così per farsi prestare soldi è stato necessario offrire interessi sempre più alti. Solo gli interventi monetari della BCE – Banca Centrale Europea, e gli interventi di controllo europei hanno contenuto un po’ questa emoraggia di credibilità.