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Riforma pensione

Riforma pensione
Il sistema pensionistico italiano è stato per molto tempo materia legislativa, motivo per il quale spesso quando si parla di riforma pensione non è semplice mettere a fuoco i punti rilevanti che caratterizzano la più recente normativa in merito. Con questo articolo si cercherà di chiarire le novità chiave della riforma pensione.

La prima novità prevista dalla recente normativa concerne il sistema di calcolo della pensione. A partire dal primo gennaio del 2012, le anzianità contributive vengano stimate con il sistema di calcolo contributivo, ovvero quello che si basa sull’ammontare dei contributi versati nel corso della vita lavorativa e assicurativa. Questo comporta che i lavoratori che hanno ricevuto una pensione calcolata con il sistema retributivo, operazione che contempla la stima della media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di lavoro, riceveranno una pensione determinata con entrambi i sistemi di calcolo.

Sempre a partire dal 2012 per le donne iscritte all’AGO e a forme sostitutive il conseguimento della pensione di vecchiaia è previsto a 62 anni, per le lavoratrici autonome e per le registrate alla Gestione separata è fissato a 63 anni e 6 mesi, mentre per le dipendenti presso il settore pubblico iscritte a Fondi esclusivi è contemplato a 66 anni. Tuttavia, entro il 2018 è previsto anche per le donne lo slittamento della pensione di vecchiaia a 66 anni, realizzando di fatto la parità tra i generi, che dovranno avere un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.

Un’altra importante novità è rappresentata dalla pensione anticipata che, da gennaio del 2012, ha sostituito quella di anzianità. La pensione anticipata, indipendente dall’età del richiedente, è legata all’anzianità contributiva: questo implica che è concessa alle donne che hanno maturato i contributi per 41 anni e 2 mesi e agli uomini che ne hanno accumulati per 42 anni e 2 mesi. Ulteriori aumenti all’anzianità sono contemplati relativamente alla speranza di vita. Sono invece previste eccezioni per i lavoratori che entro il 31 dicembre del 2012 hanno maturato i requisiti previsti circa la pensione di anzianità, ovvero potranno avere il pensionamento anticipato a 64 anni. I lavoratori occupati in impieghi pesanti e faticosi non rientrano nella nuova disciplina; mentre coloro che maturano i requisiti per la pensione al decorrere del primo gennaio 2012, la pensione di vecchiaia e quella anticipata verranno versate dal primo giorno del mese successivo. Si ricorda inoltre che sono stati aboliti sia il meccanismo delle quote che la finestra di 12 mesi di attesa.

La riforma ha introdotto disincentivi per chi chiede la pensione anticipata prima di aver compiuto 62 anni. Nello specifico questo comporta l’applicazione sulla quota di trattamento pensionistico, relativa all’anzianità contributiva maturata prima del gennaio 2012, della riduzione di un punto percentuale per ogni anno di anticipo al pensionamento. Inoltre la riduzione arriva fino a due punti percentuali per gli anni di anticipo richiesti oltre i primi due. Tale diminuzione tuttavia non si applica a coloro che matureranno entro il 31 dicembre 2017 i requisiti di anzianità contributiva derivante dalla prestazione effettiva di lavoro, compresi i periodi di astensione (maternità, servizio militare, infortunio…).

La riforma pensione prevede infine la flessibilità nell’uscita dal lavoro, in particolate tra i 62 e i 70 anni, con l’applicazione dei corrispondenti coefficienti di trasformazione del capitale accumulato con il sistema contributivo stimati fino ai 70 anni.

Per conoscere informazioni maggiormente dettagliate circa la riforma della pensione, i soggetti che ne sono esclusi e coloro per i quali sono previste delle eccezioni, si consiglia di visionare il sito ufficiale dell’INPS, alla corrispondente pagina.