La busta paga

La busta paga è il documento che il datore di lavoro consegna al lavoratore dipendente per certificarne la retribuzione mensile. La consegna della busta paga è obbligatoria. All’interno di questo documento compaiono numerose voci che descrivono il salario spettante al lavoratore, le trattenute per contributi e le imposte da versare. Si tratta spesso di un documento molto denso, dato che è composto da una sola pagina e al suo interno sono contenute moltissime informazioni: per questo vi abbiamo messo a disposizione una sintetica guida per leggere la busta paga.
Proprio l’argomento delle detrazioni e delle imposte da pagare può creare più confusione e confondere circa l’effettiva retribuzione percepita dal lavoratore. Partiamo dunque dal chiarire che lo stipendio che viene percepito dal lavoratore corrisponde all’ultima voce presente in fondo alla busta paga, nella casella “Netto busta”. Questa cifra è calcolata considerando le imposte da versare e le trattenute per i contributi, come quello FAP.
Riguardo le imposte, meritano un approfondimento le addizionali comunali e regionali. Si tratta di imposte aggiuntive, conosciute anche come addizionali IRPEF, dato che il loro importo, calcolato come parte integrante dell’imposta sul reddito, l’IRPEF, appunto, viene versato direttamente nelle casse dell’ente locale in cui ha residenza fiscale il lavoratore dipendente.
Le addizionali comunali e regionali sono state recentemente alzate ulteriormente, nella primavera del 2014, e, secondo alcuni osservatori, hanno anche ridotto, se non eliminato, gli effetti positivi in busta paga del cosiddetto bonus degli 80 euro. Come si inserisce questo bonus nella busta paga? Tecnicamente, è stato introdotto come un versamento una tantum, che è andato a gonfiare la retribuzione dei lavoratori.
Dal 2015 tuttavia il bonus è diventato strutturale e sarà considerato una detrazione. Proprio le detrazioni sono un altro elemento importante della busta paga. Le trovate verso il fondo del documento, dopo l’indicazione di “imponibile fiscale” e delle trattenute IRPEF. Alle detrazioni sono dedicate alcune voci specifiche del documento, in riferimento a quelle per figli, coniuge o altri famigliari. Il funzionamento delle detrazioni prevede che queste vengano sottratte alle trattenute IRPEF e, di conseguenza, mantenute nella retribuzione del lavoratore. Saranno conteggiate dunque ai fini del “Netto busta”.
Proprio l’argomento delle detrazioni e delle imposte da pagare può creare più confusione e confondere circa l’effettiva retribuzione percepita dal lavoratore. Partiamo dunque dal chiarire che lo stipendio che viene percepito dal lavoratore corrisponde all’ultima voce presente in fondo alla busta paga, nella casella “Netto busta”. Questa cifra è calcolata considerando le imposte da versare e le trattenute per i contributi, come quello FAP.
Riguardo le imposte, meritano un approfondimento le addizionali comunali e regionali. Si tratta di imposte aggiuntive, conosciute anche come addizionali IRPEF, dato che il loro importo, calcolato come parte integrante dell’imposta sul reddito, l’IRPEF, appunto, viene versato direttamente nelle casse dell’ente locale in cui ha residenza fiscale il lavoratore dipendente.
Le addizionali comunali e regionali sono state recentemente alzate ulteriormente, nella primavera del 2014, e, secondo alcuni osservatori, hanno anche ridotto, se non eliminato, gli effetti positivi in busta paga del cosiddetto bonus degli 80 euro. Come si inserisce questo bonus nella busta paga? Tecnicamente, è stato introdotto come un versamento una tantum, che è andato a gonfiare la retribuzione dei lavoratori.
Dal 2015 tuttavia il bonus è diventato strutturale e sarà considerato una detrazione. Proprio le detrazioni sono un altro elemento importante della busta paga. Le trovate verso il fondo del documento, dopo l’indicazione di “imponibile fiscale” e delle trattenute IRPEF. Alle detrazioni sono dedicate alcune voci specifiche del documento, in riferimento a quelle per figli, coniuge o altri famigliari. Il funzionamento delle detrazioni prevede che queste vengano sottratte alle trattenute IRPEF e, di conseguenza, mantenute nella retribuzione del lavoratore. Saranno conteggiate dunque ai fini del “Netto busta”.