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Il canone concordato

Il canone concordato
Il canone concordato è previsto da alcuni contratti di locazione a scopo abitativo, che stabiliscono il pagamento di un canone di affitto a condizioni agevolate. Il contratto di locazione con canone concordato si basa su accordi a livello locale fra sindacati degli inquilini (come UNIAT, SICET o SUNIA) e le associazioni dei proprietari edilizi (ad esempio, Confedilizia). Questi accordi sono il risultato di una contrattazione fra le parti su vari aspetti del contratto e hanno come principale obiettivo quello di fissare un canone di affitto che tendenzialmente sia inferiore rispetto a quello di mercato, sulla base delle caratteristiche dell’immobile. Se dunque un particolare immobile richiederebbe normalmente un determinato canone d’affitto, con il canone concordato questo sarà inferiore.

Il contratto di locazione con canone concordato ha durata di tre anni, con tacito rinnovo per altri due (3+2): significa che, senza un’espressa dichiarazione di rinuncia del contratto da parte dell’affittuario, esso si rinnova automaticamente per altri due anni. Per essere valido, il contratto deve essere registrato entro 30 giorni dalla stipula, utilizzando il modello RLI, indicando la tipologia di contratto L2. È possibile passare da un contratto a canone libero ad uno con canone concordato, effettuando la disdetta del contratto precedente e poi stipulando il nuovo accordo.

Gli accordi a livello locale stabiliscono anche le clausole di rescissione, gli oneri accessori, la ripartizione delle spese e come comportarsi in caso di modifiche e migliorie all’immobile: insomma, vengono regolati tutti gli aspetti di un normale contratto d’affitto. Ad oggi, i Comuni che prevedono questo contratto sono quelli delle grandi città e i Comuni adiacenti che formano l’area metropolitana di Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Bari, Palermo e Catania.

Tali accordi descrivono anche le regole per il calcolo del canone concordato. Il territorio comunale viene diviso in zone urbane omogenee, che hanno caratteristiche simili per valore degli immobili, trasporti pubblici, servizi scolastici e sanitari e così via. Per ognuna di queste zone, vengono previsti dei valori minimi e massimi per metro quadro, che tengono conto delle dotazioni dell’immobile. Moltiplicando questi valori per la metratura dell’immobile, si otterrà il canone concordato.

Segnaliamo infine che i contratti con canone concordato godono di ulteriori agevolazioni fiscali, come la cedolare secca al 10% per il 2014-2017, e la possibilità di contratti di breve durata, detti transitori.