Addizionale regionale

L'addizionale regionale, come l'addizionale comunale, è un'imposta Irpef che riguarda i lavoratori dipendenti, e si applica nella regione in cui si è residenti, ovvero si ha il domicilio fiscale, dal 31 dicembre dell'anno fiscale di riferimento. Quindi questa tassa non colpisce né i lavoratori autonomi né i pensionati. Si considera per domicilio fiscale il comune in cui si è prodotto il reddito, o se questo è stato prodotto in più comuni, quello in cui si è prodotto quello più elevato.
Quindi si effettua il calcolo del reddito imponibile per l'Irpef, quindi di calcolano tutte le entrate dirette pervenute nell'anno fiscale; al risultato di devono detrarre le riduzioni di cui si ha diritto, una volta che si ha il totale del reddito imponibile si applica l'aliquota, ovvero la percentuale, che deve essere versata. Questa percentuale varia di regione in regione, e passa da un minimo dello 0.9 ad un massimo dell'1,4 per cento. Il fatto che si rivolga direttamente ai lavoratori dipendenti vuol dire che riguarda solo le persone fisiche, e non le persone giuridiche. Quindi le società non pagano l'addizionale regionale.
Ogni regione comunica alla gazzetta ufficiale la sua percentuale entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno. Il ricavato ottenuto dal versamento di questa imposta è prevalentemente gestito poi dalle regioni stesse. E' un'imposta quindi che va ad accresce le casse della regione di appartenenza, e viene utilizzato per investimenti sul territorio.
Dal momento che si cerca sempre di più di decentralizzare le imposte in modo che non sia il governo centrale a raccogliere tutte le tasse per poi ridistribuirle sul territorio, questo tipo di imposte permette alle regioni di contare su una certa cifra fissa da ottenere direttamente e tendenzialmente da riutilizzare a vantaggio del cittadino. Anche se sempre di più le spese superano le entrate per cui la maggior parte di ciò che viene raccolto dagli enti amministrativi viene poi utilizzato per coprire i buchi e gli interessi sui prestiti che si sono dovuti chiedere per mandare avanti anche solo la normale amministrazione.
Quindi si effettua il calcolo del reddito imponibile per l'Irpef, quindi di calcolano tutte le entrate dirette pervenute nell'anno fiscale; al risultato di devono detrarre le riduzioni di cui si ha diritto, una volta che si ha il totale del reddito imponibile si applica l'aliquota, ovvero la percentuale, che deve essere versata. Questa percentuale varia di regione in regione, e passa da un minimo dello 0.9 ad un massimo dell'1,4 per cento. Il fatto che si rivolga direttamente ai lavoratori dipendenti vuol dire che riguarda solo le persone fisiche, e non le persone giuridiche. Quindi le società non pagano l'addizionale regionale.
Ogni regione comunica alla gazzetta ufficiale la sua percentuale entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno. Il ricavato ottenuto dal versamento di questa imposta è prevalentemente gestito poi dalle regioni stesse. E' un'imposta quindi che va ad accresce le casse della regione di appartenenza, e viene utilizzato per investimenti sul territorio.
Dal momento che si cerca sempre di più di decentralizzare le imposte in modo che non sia il governo centrale a raccogliere tutte le tasse per poi ridistribuirle sul territorio, questo tipo di imposte permette alle regioni di contare su una certa cifra fissa da ottenere direttamente e tendenzialmente da riutilizzare a vantaggio del cittadino. Anche se sempre di più le spese superano le entrate per cui la maggior parte di ciò che viene raccolto dagli enti amministrativi viene poi utilizzato per coprire i buchi e gli interessi sui prestiti che si sono dovuti chiedere per mandare avanti anche solo la normale amministrazione.