Investimenti immobiliari

Chi è interessato a un investimento nel settore immobiliare ha a disposizione diverse opzioni. La prima scelta di campo è decidere se acquistare immobili, cioè appartamenti, case, spazi commerciali, oppure sottoscrivere dei fondi immobiliari. Poi occorre scegliere se gestire autonomamente l'investimento, oppure se affidarsi a terzi.
Nel primo caso si può investire sia in Italia che all'estero, anche se per i Paesi stranieri si aggiunge la difficoltà della conoscenza della lingua nelle trattative e negli adempimenti burocratici e diventa spesso quasi un passo obbligato appoggiarsi a intermediari. La rendita, per un immobile che viene destinato a locazione, soprattutto se in località turistiche e di pregio, può essere soddisfacente, ma bisogna tenere in considerazione che parte del capitale può venire nel tempo eroso dalle tasse statali sugli immobili e dalle manutenzioni a carico del proprietario. Questo a meno che non si decida di dedicarsi, invece che alla locazione, all'acquisto e alla vendita di immobili, cosa che richiede però una conoscenza approfondita del mercato immobiliare e un impegno costante nel seguire l'andamento dei prezzi per cogliere il momento più propizio per vendere o comprare.
Nel corso degli ultimi anni sempre più risparmiatori hanno scelto di investire sottoscrivendo quote di fondi comuni di investimento immobiliari, che sono strumenti finanziari che investono in immobili; il vantaggio è che è possibile realizzare una rendita anche con cifre non elevate, senza dover acquisire direttamente un immobile e gestire gli aspetti fiscali e amministrativi connessi. La contropartita è che il fondo immobiliare in genere è uno strumento di medio e lungo periodo, andrebbe quindi, almeno in teoria, conservato fino alla sua scadenza. Per i fondi immobiliari quotati in borsa c'è la possibilità di negoziarli anche prima della scadenza, ma occorre vedere quale prezzo si riesce a realizzare cedendo le proprie quote. Spesso, infatti, come accade anche nella compravendita di un immobile, se si ha la necessità di vendere ci si può ritrovare a doversi accontentare di un valore inferiore a quello versato inizialmente.
Nel primo caso si può investire sia in Italia che all'estero, anche se per i Paesi stranieri si aggiunge la difficoltà della conoscenza della lingua nelle trattative e negli adempimenti burocratici e diventa spesso quasi un passo obbligato appoggiarsi a intermediari. La rendita, per un immobile che viene destinato a locazione, soprattutto se in località turistiche e di pregio, può essere soddisfacente, ma bisogna tenere in considerazione che parte del capitale può venire nel tempo eroso dalle tasse statali sugli immobili e dalle manutenzioni a carico del proprietario. Questo a meno che non si decida di dedicarsi, invece che alla locazione, all'acquisto e alla vendita di immobili, cosa che richiede però una conoscenza approfondita del mercato immobiliare e un impegno costante nel seguire l'andamento dei prezzi per cogliere il momento più propizio per vendere o comprare.
Nel corso degli ultimi anni sempre più risparmiatori hanno scelto di investire sottoscrivendo quote di fondi comuni di investimento immobiliari, che sono strumenti finanziari che investono in immobili; il vantaggio è che è possibile realizzare una rendita anche con cifre non elevate, senza dover acquisire direttamente un immobile e gestire gli aspetti fiscali e amministrativi connessi. La contropartita è che il fondo immobiliare in genere è uno strumento di medio e lungo periodo, andrebbe quindi, almeno in teoria, conservato fino alla sua scadenza. Per i fondi immobiliari quotati in borsa c'è la possibilità di negoziarli anche prima della scadenza, ma occorre vedere quale prezzo si riesce a realizzare cedendo le proprie quote. Spesso, infatti, come accade anche nella compravendita di un immobile, se si ha la necessità di vendere ci si può ritrovare a doversi accontentare di un valore inferiore a quello versato inizialmente.