Segreto bancario svizzero

Il segreto bancario svizzero garantiva riservatezza ai cittadini stranieri che depositassero i propri risparmi su conti all’interno del sistema finanziario della Svizzera, conosciuto in tutto il mondo come fra i più discreti. A lungo, molti Paesi hano lamentato l’opacità di questa pratica finanziaria, accusata da molti governi di favorire l’evasione fiscale da parte dei propri cittadini, soprattutto quelli più abbienti, oltre ad altre pratiche illegali, come il riciclaggio e l’auto-riciclaggio. Per quanto riguarda l’Italia però, nei primi mesi del 2015 è stato trovato un accordo con il governo della Svizzera, che dovrebbe porre fine entro pochi anni al segreto bancario.
L’accordo fra Italia e Svizzera sul segreto bancario è stato firmato il 23 febbraio 2015. Esso prevede numerose disposizioni tecniche, che regoleranno nei prossimi anni il trattamento dei soldi italiani in Svizzera e la loro tassazione, oltre che le imposte sui lavoratori transfrontalieri e la trasparenza nelle operazioni bancarie. Proprio a riguardo di quest’ultimo punto, una delle principali novità dell’accordo contro il segreto bancario è costituita dallo scambio automatico di informazioni fra le autorità fiscali dei due Paesi. Questa procedura avrà inizio nel 2018, con riferimento alle operazioni finanziarie svolte nel 2017. In sostanza, il fisco italiano riceverà automaticamente dalla controparte svizzera molte più informazioni sui conti degli italiani in Svizzera rispetto a quanto non accada oggi. Sarà quindi più difficile nascondersi ed evitare la tassazione.
Inoltre, fin dal 2015 le autorità italiane potranno chiedere informazioni approfondite su singolo cittadini o su gruppi di interesse che si ritiene abbiano nascosto dei risparmi in Svizzera. Questo dovrebbe incentivare chi ha portato dei soldi nel sistema bancario svizzero ad aderire alle nuove norme sulla cosiddetta voluntary disclosure: questa disposizione italiana consente di autodenunciarsi a chi ha evaso le tasse italiane trasferendo capitali all’estero, a condizione di riportare il denaro in Italia e pagare tutto il dovuto in imposte. In cambio, il contribuente riceve uno sconto su interessi e sanzioni da versare e non viene perseguito per il reato di auto-riciclaggio e per eventuali reati fiscali commessi.
Per quanto invece riguarda la tassazione sui lavoratori frontalieri, questa sarà fino al 70% a favore dello Stato in cui si lavora, mentre a quello di residenza spetterà la restante parte delle imposte sul reddito, evitando doppie imposizioni fiscali.
Il segreto bancario svizzero, grazie alle norme sullo scambio di informazioni e il rientro dei capitali, non è più un rifugio così sicuro per chi non vuole pagare le tasse in Italia.
L’accordo fra Italia e Svizzera sul segreto bancario è stato firmato il 23 febbraio 2015. Esso prevede numerose disposizioni tecniche, che regoleranno nei prossimi anni il trattamento dei soldi italiani in Svizzera e la loro tassazione, oltre che le imposte sui lavoratori transfrontalieri e la trasparenza nelle operazioni bancarie. Proprio a riguardo di quest’ultimo punto, una delle principali novità dell’accordo contro il segreto bancario è costituita dallo scambio automatico di informazioni fra le autorità fiscali dei due Paesi. Questa procedura avrà inizio nel 2018, con riferimento alle operazioni finanziarie svolte nel 2017. In sostanza, il fisco italiano riceverà automaticamente dalla controparte svizzera molte più informazioni sui conti degli italiani in Svizzera rispetto a quanto non accada oggi. Sarà quindi più difficile nascondersi ed evitare la tassazione.
Inoltre, fin dal 2015 le autorità italiane potranno chiedere informazioni approfondite su singolo cittadini o su gruppi di interesse che si ritiene abbiano nascosto dei risparmi in Svizzera. Questo dovrebbe incentivare chi ha portato dei soldi nel sistema bancario svizzero ad aderire alle nuove norme sulla cosiddetta voluntary disclosure: questa disposizione italiana consente di autodenunciarsi a chi ha evaso le tasse italiane trasferendo capitali all’estero, a condizione di riportare il denaro in Italia e pagare tutto il dovuto in imposte. In cambio, il contribuente riceve uno sconto su interessi e sanzioni da versare e non viene perseguito per il reato di auto-riciclaggio e per eventuali reati fiscali commessi.
Per quanto invece riguarda la tassazione sui lavoratori frontalieri, questa sarà fino al 70% a favore dello Stato in cui si lavora, mentre a quello di residenza spetterà la restante parte delle imposte sul reddito, evitando doppie imposizioni fiscali.
Il segreto bancario svizzero, grazie alle norme sullo scambio di informazioni e il rientro dei capitali, non è più un rifugio così sicuro per chi non vuole pagare le tasse in Italia.