I regimi dei minimi

Per un giovane che vuole mettere su un'attività in proprio, soprattutto in tempi di crisi come quelli attuali, in cui è difficile trovare un lavoro come dipendente, il regime dei minimi, per chi ha un minimo di budget per mettere in piedi un qualche progetto lavorativo, mettendo a frutto le proprie competenze professionali, è forse l'alternativa più conveniente.
Le recenti normative, però, hanno introdotto importanti novità per le giovani partite IVA: vediamo quali sono.
I regimi dei minimi sono costituiti da alcune agevolazioni fiscali e sono rivolti ai giovani imprenditori e a chi apre una partita IVA. Essi prevedono un’agevolazione nel pagamento dell’IRPEF (imposta sul reddito), l’esenzione dal pagamento dell’IVA e alcune semplificazioni burocratiche (ad esempio, si è esentati dalla consegna annuale della comunicazione IVA). La Legge di Stabilità del 2015 ha introdotto alcune importanti novità in materia di minimi, che cambiano le condizioni di accesso al regime agevolato e le aliquote. Per chi già rientrava nell’ex regime dei minimi, il passaggio al nuovo ordinamento fiscale è disciplinato dalla stessa Legge di Stabilità.
Il regime dei minimi si fonda sulla sostituzione delle aliquote progressive sul reddito con un’aliquota unica al 15%, fissata dalla Legge di Stabilità 2015. il vantaggio consiste nel fatto che, normalmente, l’importo IRPEF da pagare aumenta (ossia cresce l’aliquota), man mano che si alza il reddito dichiarato. I minimi invece prevedono una sola aliquota fissa.
Possono richiedere l’accesso al nuovo regime dei minimi i nuovi imprenditori, i lavoratori in mobilità o i giovani che abbiano aperto una nuova attività a partire dal 1 gennaio 2012 e a tutti coloro che abbiano lanciato la propria attività dopo il 31 dicembre 2007. Il regime agevolato si applica dunque per lo più a imprenditori o giovani che inizino un’attività di lavoro autonomo.
Non basta però rispettare le date di apertura indicate: devono essere presenti anche altri requisiti. Il richiedente non deve aver svolto attività professionale nei 3 anni precedenti e la nuova attività non deve costituire la prosecuzione di un lavoro svolto anche con contratto di lavoratore dipendente o autonomo. Ad esempio, se ci si rivolge agli stessi clienti della propria attività precedente, non si può accedere a questo regime fiscale agevolato. Infine, i ricavi del periodo d’imposta precedente la richiesta non devono superare i 30.000 euro.
Infine, segnaliamo che il decreto Milleproroghe ha introdotto la possibilità per le partite IVA con ricavi annui fino a 30.000 euro di rimanere nei precedenti regimi dei minimi per tutto il 2015. Prima di questo anno infatti l’aliquota era del 5%.
Le recenti normative, però, hanno introdotto importanti novità per le giovani partite IVA: vediamo quali sono.
I regimi dei minimi sono costituiti da alcune agevolazioni fiscali e sono rivolti ai giovani imprenditori e a chi apre una partita IVA. Essi prevedono un’agevolazione nel pagamento dell’IRPEF (imposta sul reddito), l’esenzione dal pagamento dell’IVA e alcune semplificazioni burocratiche (ad esempio, si è esentati dalla consegna annuale della comunicazione IVA). La Legge di Stabilità del 2015 ha introdotto alcune importanti novità in materia di minimi, che cambiano le condizioni di accesso al regime agevolato e le aliquote. Per chi già rientrava nell’ex regime dei minimi, il passaggio al nuovo ordinamento fiscale è disciplinato dalla stessa Legge di Stabilità.
Il regime dei minimi si fonda sulla sostituzione delle aliquote progressive sul reddito con un’aliquota unica al 15%, fissata dalla Legge di Stabilità 2015. il vantaggio consiste nel fatto che, normalmente, l’importo IRPEF da pagare aumenta (ossia cresce l’aliquota), man mano che si alza il reddito dichiarato. I minimi invece prevedono una sola aliquota fissa.
Possono richiedere l’accesso al nuovo regime dei minimi i nuovi imprenditori, i lavoratori in mobilità o i giovani che abbiano aperto una nuova attività a partire dal 1 gennaio 2012 e a tutti coloro che abbiano lanciato la propria attività dopo il 31 dicembre 2007. Il regime agevolato si applica dunque per lo più a imprenditori o giovani che inizino un’attività di lavoro autonomo.
Non basta però rispettare le date di apertura indicate: devono essere presenti anche altri requisiti. Il richiedente non deve aver svolto attività professionale nei 3 anni precedenti e la nuova attività non deve costituire la prosecuzione di un lavoro svolto anche con contratto di lavoratore dipendente o autonomo. Ad esempio, se ci si rivolge agli stessi clienti della propria attività precedente, non si può accedere a questo regime fiscale agevolato. Infine, i ricavi del periodo d’imposta precedente la richiesta non devono superare i 30.000 euro.
Infine, segnaliamo che il decreto Milleproroghe ha introdotto la possibilità per le partite IVA con ricavi annui fino a 30.000 euro di rimanere nei precedenti regimi dei minimi per tutto il 2015. Prima di questo anno infatti l’aliquota era del 5%.