Età pensionabile

L'età pensionabile è uno dei requisiti fondamentali per poter accedere ai trattamenti pensionistici previsti per la fine della vita lavorativa. Con la riforma delle pensioni entrata in vigore il 1 gennaio 2012, per le donne sono stati introdotti nuovi limiti per l'età pensionabile.
Per le dipendenti del settore pubblico, la soglia di età per la richiesta della pensione è fissata a 66 anni; per le lavoratrici del settore privato l'età pensionabile è stabilita a 62 anni, che però dovranno diventare 66 entro il 2018, così come previsto dalla riforma. Anche per le lavoratrici autonome esiste una diversa fascia d'età: la pensione è richiedibile a 63 anni e 6 mesi, ma anche per questa categoria l'età verrà innalzata a 66 anni entro il 2018. Per gli uomini, invece, la soglia di età pensionabile rimane fissata a 66 anni per l'accesso alla pensione di vecchiaia.
Sia per gli uomini che per le donne, devono essere stati versati contributi per almeno 20 annualità per poter richiedere la pensione. Per i settori pubblico e privato, l'ottenimento della pensione impone l'obbligo di lasciare qualsivoglia attività lavorativa dipendente, mentre nulla vieta ai lavoratori autonomi di continuare l'attività anche se si è titolari di pensione di vecchiaia.
I limiti di età per la pensione sono stati introdotti anche per le forme di pensionamento anticipato che, inoltre, hanno visto anche l'inserimento di alcuni disincentivi. Il pensionamento anticipato, in linea di massima può essere richiesto quando si sono compiuti i 62 anni di età; per chi chiede il pensionamento prima di questa soglia, viene applicata una riduzione sulla rendita pensionistica pari all'1 per cento per ogni anno antecedente i 62, ma non oltre i 60. Per gli anni antecedenti i 60 anni, viene applicata un'ulteriore riduzione della pensione in misura del 2 per cento per ogni anno. Questo significa che se si chiede il pensionamento anticipato a 57 anni, verrà applicata una riduzione del 2 per cento per i 3 anni che mancano ai 60, e dell'1 per cento per le due annualità tra i 60 e i 62 anni, per un totale complessivo dell'8 per cento.
Le soglie dell'età pensionabile introdotte dalla riforma del 2012 sono dovute all'innalzamento della prospettiva di vita della popolazione, soprattutto per le donne che, in media, hanno un'aspettativa di vita più lunga rispetto a quella degli uomini.
Non esistono, invece, limiti di età per le pensioni che non vengono erogate sulla base contributiva, come le pensioni di invalidità o l'indennità di accompagnamento.
Per le dipendenti del settore pubblico, la soglia di età per la richiesta della pensione è fissata a 66 anni; per le lavoratrici del settore privato l'età pensionabile è stabilita a 62 anni, che però dovranno diventare 66 entro il 2018, così come previsto dalla riforma. Anche per le lavoratrici autonome esiste una diversa fascia d'età: la pensione è richiedibile a 63 anni e 6 mesi, ma anche per questa categoria l'età verrà innalzata a 66 anni entro il 2018. Per gli uomini, invece, la soglia di età pensionabile rimane fissata a 66 anni per l'accesso alla pensione di vecchiaia.
Sia per gli uomini che per le donne, devono essere stati versati contributi per almeno 20 annualità per poter richiedere la pensione. Per i settori pubblico e privato, l'ottenimento della pensione impone l'obbligo di lasciare qualsivoglia attività lavorativa dipendente, mentre nulla vieta ai lavoratori autonomi di continuare l'attività anche se si è titolari di pensione di vecchiaia.
I limiti di età per la pensione sono stati introdotti anche per le forme di pensionamento anticipato che, inoltre, hanno visto anche l'inserimento di alcuni disincentivi. Il pensionamento anticipato, in linea di massima può essere richiesto quando si sono compiuti i 62 anni di età; per chi chiede il pensionamento prima di questa soglia, viene applicata una riduzione sulla rendita pensionistica pari all'1 per cento per ogni anno antecedente i 62, ma non oltre i 60. Per gli anni antecedenti i 60 anni, viene applicata un'ulteriore riduzione della pensione in misura del 2 per cento per ogni anno. Questo significa che se si chiede il pensionamento anticipato a 57 anni, verrà applicata una riduzione del 2 per cento per i 3 anni che mancano ai 60, e dell'1 per cento per le due annualità tra i 60 e i 62 anni, per un totale complessivo dell'8 per cento.
Le soglie dell'età pensionabile introdotte dalla riforma del 2012 sono dovute all'innalzamento della prospettiva di vita della popolazione, soprattutto per le donne che, in media, hanno un'aspettativa di vita più lunga rispetto a quella degli uomini.
Non esistono, invece, limiti di età per le pensioni che non vengono erogate sulla base contributiva, come le pensioni di invalidità o l'indennità di accompagnamento.