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Riforma del condominio

Riforma del condominio
La riforma del condominio è un provvedimento di rinnovamento concernente la precedente disciplina della realtà condominiale, contenuta nel Codice Civile del 1942. La riforma, dal titolo “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”, contempla 32 articoli, la cui approvazione è avvenuta nel novembre del 2012, mentre l’entrata in vigore è stata nel giugno del 2013. L’obiettivo della nuova legge condominio è quello di migliorare l’atmosfera della vita condominiale sotto i diversi aspetti che la riguardano e nella direzione di una riduzione degli episodi di disaccordo tra i condomini e di gestione degli eventuali casi di contenzioso.

A tal fine il Parlamento si è impegnato in un lavoro di modernizzazione, di miglior definizione dal punto di vista giuridico e fiscale e di maggior precisione nella ridefinizione di aspetti cruciali e funzionali alla pacifica e serena convivenza condominiale. Tra questi emerge in primo luogo un quadro completo e dettagliato circa la figura dell’amministratore condominiale, sia nella prospettiva dei requisiti che deve possedere per ricoprire l’incarico, sia per quanto concerne la sua nomina e la sua revoca. Tra le funzioni che questa figura è chiamata a svolgere si ricorda l’importante compito di adempiere agli obblighi fiscali condominiali e di rendere nota, entro 180 giorni, la rendicontazione delle spese. Al riguardo la nuova riforma condominio prevedere l’istituzione di un conto corrente comune nel quale l’amministratore deve far confluire i versamenti dei condomini e a cui questi ultimi possono accedere per poter visualizzare ed estrarre la rendicontazione delle proprie spese. Tra i nuovi compiti dell’amministratore vi è inoltre quello di mettere a punto un sito web, su richiesta dell’assemblea condominiale, al fine di consentire ai condomini di visionare anche online la rendicontazione condominiale concernente i propri versamenti.

La nuova riforma del condominio rivisita anche il ruolo e l’incidenza deliberativa dell’assemblea condominiale, ridefinendo il quorum richiesto per la validità delle decisioni prese. Sono infatti molte le situazioni in cui è necessaria la maggioranza dell’assemblea, rappresentativa di metà del valore dell’edificio. Sulla base di tale quorum è possibile decidere circa l’installazione delle telecamere di videosorveglianza nei punti comuni del condominio e dare il via alla modifica delle tabelle millesimali, anche su richiesta del singolo, nei casi in cui è previsto contestarle.

L’uso degli impianti comuni è un altro importante punto sul quale la nuova riforma del condominio si sofferma: i condomini possono sottrarsi dall’uso degli impianti centralizzati qualora il loro mancato usufrutto non provochi danno, disagio e aumenti di spesa agli altri condomini. Inoltre per le attività che comportano conseguenze negative sulla destinazione d’uso di tali impianti comuni, la disciplina prevede il possibile ricorso ad azioni giudiziarie al fine di stroncare le violazioni.

Ulteriori rilevanti specificazioni della nuova normativa concernono l’istituzione, da parte dell’assemblea di condominio, di un fondo speciale finalizzato alle opere di manutenzione straordinaria dell’edificio; l’impossibilità di vietare ai condomini di tenere nelle proprie abitazioni animali domestici che non siano pericolosi; la recente ripartizione delle spese concernenti le scale e l’ascensore; infine l’attuazione della normativa anche ai supercondomini, ovvero quegli insiemi di edifici gestiti da un’unica e grande amministrazione condominiale.

Maggiori approfondimenti in merito alla riforma del condominio sono visionabili sul sito web del Parlamento Italiano.