Affitto concordato

L’affitto a canone concordato è la migliore opzione presente sul mercato immobiliare per tutte le persone che desiderano affittare un immobile, siano essi locatari o conduttori.
Questa particolare forma di affitto prevede la stipula di un contratti di locazione ad un prezzo calmierato.
Il vantaggio è ambivalente poiché il risparmio diviene subito evidente per gli affittuari che pagano un affitto con un prezzo contenuto ma non solo. Anche per i proprietari dell’immobile godono di alcuni vantaggi come il pagamento di una cedolare secca più bassa, pari al 15% (anziché il 21%).
I canoni di affitto concordato vengono definiti fra le organizzazioni dei proprietari, degli inquilini ed i Comuni.
Questi soggetti stabiliscono le modalità di valutazione dell’immobile e dopo un’attenta mappatura del territorio, definiscono il canone minimo e massimo che può essere richiesto.
La principale differenza fra un contratto di affitto a canone concordato e un tradizionale contratto di affitto, sta nella sua durata. Generalmente i contratti di affitto a canone concordato durano tre anni più due di rinnovo automatico alla prima scadenza mentre i tradizionali contratti di affitto prevedono la formula quattro più quattro. E’ bene ricordare che non è possibile stipulare contratti di affitto a canone concordato per le locazioni di breve durata, ovvero inferiori ai diciotto mesi.
Non bisogna però dimenticare i vantaggi fiscali che derivano dalla stipula di questi contratti: per esempio, chi non ha scelto la cedolare secca paga un imponibile IRPEF sul modello 730, pari al 66,5% anziché l’85%.
Inoltre, ogni contratto di locazione a canone concordato deve essere registrato entro 30 giorni dalla stipula mediante modello RLI (contratto L2) ma l’imposta di registrazione è del 1,4% annuo anziché del 2% ed infine vi ricordiamo che i Comuni possono stabilire aliquote inferiori per il pagamento dell’IMU - Imposta municipale propria o Imposta municipale unica (è possibile giungere ad un aliquota del 4 per mille anziché 7,6/10,6%).
Per avere maggiori informazioni, si consiglia di visitare il sito web del Comune di competenza.
Questa particolare forma di affitto prevede la stipula di un contratti di locazione ad un prezzo calmierato.
Il vantaggio è ambivalente poiché il risparmio diviene subito evidente per gli affittuari che pagano un affitto con un prezzo contenuto ma non solo. Anche per i proprietari dell’immobile godono di alcuni vantaggi come il pagamento di una cedolare secca più bassa, pari al 15% (anziché il 21%).
I canoni di affitto concordato vengono definiti fra le organizzazioni dei proprietari, degli inquilini ed i Comuni.
Questi soggetti stabiliscono le modalità di valutazione dell’immobile e dopo un’attenta mappatura del territorio, definiscono il canone minimo e massimo che può essere richiesto.
La principale differenza fra un contratto di affitto a canone concordato e un tradizionale contratto di affitto, sta nella sua durata. Generalmente i contratti di affitto a canone concordato durano tre anni più due di rinnovo automatico alla prima scadenza mentre i tradizionali contratti di affitto prevedono la formula quattro più quattro. E’ bene ricordare che non è possibile stipulare contratti di affitto a canone concordato per le locazioni di breve durata, ovvero inferiori ai diciotto mesi.
Non bisogna però dimenticare i vantaggi fiscali che derivano dalla stipula di questi contratti: per esempio, chi non ha scelto la cedolare secca paga un imponibile IRPEF sul modello 730, pari al 66,5% anziché l’85%.
Inoltre, ogni contratto di locazione a canone concordato deve essere registrato entro 30 giorni dalla stipula mediante modello RLI (contratto L2) ma l’imposta di registrazione è del 1,4% annuo anziché del 2% ed infine vi ricordiamo che i Comuni possono stabilire aliquote inferiori per il pagamento dell’IMU - Imposta municipale propria o Imposta municipale unica (è possibile giungere ad un aliquota del 4 per mille anziché 7,6/10,6%).
Per avere maggiori informazioni, si consiglia di visitare il sito web del Comune di competenza.