Redditi diversi

I redditi diversi sono definibili come tutti quei redditi, di natura diversa, non assimilabili al reddito da lavoro. In questa categoria, quindi, rientrano tutti i redditi derivanti da attività non riconducibili alla professione della persona.
Fino a qualche tempo fa, nei redditi diversi rientravano quelle che erano definite plusvalenze isolate, ossia fonti di reddito non continuative o assimilabili all'attività lavorativa. Questa terminologia è stata sostituita da definizioni più chiare delle tipologie di redditi diversi.
La prima categoria dei redditi diversi riguarda le plusvalenze immobiliari, ossia i profitti ricavati dalla vendita di terreni o lotti di terreni, immobili o parti di essi. In questa categoria di redditi diversi rientrano anche le operazioni svolte sugli immobili o sui terreni per migliorarne le condizioni e, di conseguenza, aumentarne il valore di vendita rispetto a quello originario di acquisto. Tra queste operazioni rientrano il cambio di destinazione d'uso dei terreni, da agricolo a edificabile, e le migliorie apportate agli edifici, come per esempio l'installazione di pannelli solari o altri strumenti per il risparmio energetico.
Un'altra categoria dei redditi diversi è quella delle plusvalenze finanziarie, più comunemente conosciute come capital gain: spesso si crede che il capital gain sia il dividendo dei titoli azionari, mentre invece è la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita maggiorato. Questo vuol dire che se compriamo un titolo a 10 euro e lo rivendiamo a 12, la plusvalenza equivale ai 2 euro di maggiorazione del prezzo. Anche le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di titoli, quote e partecipazioni vengono classificate come plusvalenze finanziarie e hanno una tassazione secca del 12,5% invece di essere tassate in base allo scaglione di reddito raggiunto con le plusvalenze.
Nei redditi diversi sono comprese anche le vincite a lotterie, i proventi di un'attività lavorativa non collegata a quella principale, i redditi derivanti da immobili all'estero e i diritti delle opere di ingegno.
Fino a qualche tempo fa, nei redditi diversi rientravano quelle che erano definite plusvalenze isolate, ossia fonti di reddito non continuative o assimilabili all'attività lavorativa. Questa terminologia è stata sostituita da definizioni più chiare delle tipologie di redditi diversi.
La prima categoria dei redditi diversi riguarda le plusvalenze immobiliari, ossia i profitti ricavati dalla vendita di terreni o lotti di terreni, immobili o parti di essi. In questa categoria di redditi diversi rientrano anche le operazioni svolte sugli immobili o sui terreni per migliorarne le condizioni e, di conseguenza, aumentarne il valore di vendita rispetto a quello originario di acquisto. Tra queste operazioni rientrano il cambio di destinazione d'uso dei terreni, da agricolo a edificabile, e le migliorie apportate agli edifici, come per esempio l'installazione di pannelli solari o altri strumenti per il risparmio energetico.
Un'altra categoria dei redditi diversi è quella delle plusvalenze finanziarie, più comunemente conosciute come capital gain: spesso si crede che il capital gain sia il dividendo dei titoli azionari, mentre invece è la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita maggiorato. Questo vuol dire che se compriamo un titolo a 10 euro e lo rivendiamo a 12, la plusvalenza equivale ai 2 euro di maggiorazione del prezzo. Anche le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di titoli, quote e partecipazioni vengono classificate come plusvalenze finanziarie e hanno una tassazione secca del 12,5% invece di essere tassate in base allo scaglione di reddito raggiunto con le plusvalenze.
Nei redditi diversi sono comprese anche le vincite a lotterie, i proventi di un'attività lavorativa non collegata a quella principale, i redditi derivanti da immobili all'estero e i diritti delle opere di ingegno.