Licenza bar

La licenza bar è l’autorizzazione che consente l’apertura di uno specifico esercizio commerciale, quale è appunto il bar. Con il decreto Bersani 223/2006 è stata attuata la liberalizzazione a livello statale delle licenze che concernono l’apertura di nuovi esercizi commerciali. Tale legge, tuttavia, è suscettibile all’influenza delle regolamentazioni locali, ovvero è subordinata alle varie normative comunali. Pertanto coloro che desiderano aprire un bar dovranno recarsi presso gli uffici comunali competenti per informarsi circa le specifiche modalità di concessione delle licenze.
Nel caso le licenze concesse dai comuni siano a numero chiuso, occorre informarsi in merito alla possibilità di ottenerle tramite la partecipazione a un apposito bando di concorso. Un’ulteriore possibilità consiste invece nell’acquisto privato di una licenza presente sul mercato. Nei comuni dove invece vige la liberalizzazione delle licenze, è necessario inviare al municipio una segnalazione di avvio dell’attività.
Questo significa che, a seguito dell’emanazione del decreto Bersani, le vecchie licenze di autorizzazione non esistono più. Tali autorizzazioni rappresentavano una sorta di limitazione numerica, ovvero il rilascio della licenza consentiva di contenere le concessioni di apertura dei locali sulla base delle regole di mercato e di concorrenza statale. Questo significava, in altre parole, non poter aprire più di un certo numero di bar nella medesima zona. Successivamente al decreto la limitazione della licenza bar è stata soppressa, o meglio è tornata sotto nuove vesti, in quanto sono state imposte altre tipologie di limiti che coloro che desiderano avviare l’attività del bar devono rispettare. Tra queste si annoverano, come già accennato, le limitazioni imposte dalle singole regolamentazioni comunali, come ad esempio quella vigente in alcune città di non aprire bar e locali in determinate zone del tessuto urbano. Inoltre i locali, che devono essere funzionali all’uso commerciale, devono anche essere in linea con i requisiti urbanistici e con quelli edilizi (dalla metratura dell’area alle norme igieniche).
Le attuali licenze bar, in diversi comuni, vengono rilasciate come se fossero una sorta di “permesso a punti”, tanto da essere definite “licenze a punti”. Tali concessioni funzionano sulla base di una lista di parametri da rispettare e a ciascuno di essi vengono assegnati dei punti: la licenza bar verrà rilasciata una volta raggiunto un certo numero di punti.
Attualmente è cambiato anche il modo di intendere l’acquisto di una licenza bar sul mercato: quando si decide di rilevare un bar e con esso di comprare la licenza, il costo pattuito non va considerato in quanto valore dato alla licenza, ma come acquisto di un giro d’affari già avviato.
Nel caso le licenze concesse dai comuni siano a numero chiuso, occorre informarsi in merito alla possibilità di ottenerle tramite la partecipazione a un apposito bando di concorso. Un’ulteriore possibilità consiste invece nell’acquisto privato di una licenza presente sul mercato. Nei comuni dove invece vige la liberalizzazione delle licenze, è necessario inviare al municipio una segnalazione di avvio dell’attività.
Questo significa che, a seguito dell’emanazione del decreto Bersani, le vecchie licenze di autorizzazione non esistono più. Tali autorizzazioni rappresentavano una sorta di limitazione numerica, ovvero il rilascio della licenza consentiva di contenere le concessioni di apertura dei locali sulla base delle regole di mercato e di concorrenza statale. Questo significava, in altre parole, non poter aprire più di un certo numero di bar nella medesima zona. Successivamente al decreto la limitazione della licenza bar è stata soppressa, o meglio è tornata sotto nuove vesti, in quanto sono state imposte altre tipologie di limiti che coloro che desiderano avviare l’attività del bar devono rispettare. Tra queste si annoverano, come già accennato, le limitazioni imposte dalle singole regolamentazioni comunali, come ad esempio quella vigente in alcune città di non aprire bar e locali in determinate zone del tessuto urbano. Inoltre i locali, che devono essere funzionali all’uso commerciale, devono anche essere in linea con i requisiti urbanistici e con quelli edilizi (dalla metratura dell’area alle norme igieniche).
Le attuali licenze bar, in diversi comuni, vengono rilasciate come se fossero una sorta di “permesso a punti”, tanto da essere definite “licenze a punti”. Tali concessioni funzionano sulla base di una lista di parametri da rispettare e a ciascuno di essi vengono assegnati dei punti: la licenza bar verrà rilasciata una volta raggiunto un certo numero di punti.
Attualmente è cambiato anche il modo di intendere l’acquisto di una licenza bar sul mercato: quando si decide di rilevare un bar e con esso di comprare la licenza, il costo pattuito non va considerato in quanto valore dato alla licenza, ma come acquisto di un giro d’affari già avviato.