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Energia geotermica

Energia geotermica
Il calore del terreno come fonte di sostentamento: l’energia geotermica, come tutte le risorse rinnovabili, rappresenta una risorsa potenzialmente immensa e, insieme, motivo di numerose perplessità ancora difficili da sciogliere.

Le centrali geotermiche sfruttano la profondità: più si scende nella crosta terrestre più aumenta il gradiente termico. La terra funziona infatti come una sorta di centrale nucleare naturale, in cui il decadimento di elementi radioattivi (uranio, torio, potassio) provoca emissione di calore. Il quale muove una turbina sistemata in superficie dall’uomo che produce energia meccanica e, in ultima analisi (grazie a un alternatore) in energia.

Problemi: accesso ai giacimenti e conseguenti costi. Uno studio del Massachusetts Institute of Technology calcola in 2000 zettajoule l’energia geotermica presente sul pianeta, mentre l’intero consumo energetico mondiale ammonta a “soli” 0,5 ZJ.

Tuttavia, questa enorme quantità di potenziali lampadine e termosifoni si trova spesso a profondità non ancora facilmente raggiungibili dall’uomo e non è equamente distribuita sotto la superficie del globo. E l’Italia non è l’Islanda, che ha vulcani e un sottosuolo bollente e relativamente poca popolazione cui scaldare le case: motivo per cui solo l’1% dell’energia del Belpaese è prodotta sfruttando l’energia geotermica.

In realtà, è stato proprio un italiano a pensarci per primo: il principe Piero Ginori Conti, che nel 1904 fece installare un rudimentale generatore a Larderello. Ancora oggi, questa frazione di soli 850 abitanti nella provincia di Pisa vanta la produzione del 10% dell’energia geotermica mondiale. La presenza di sorgenti calde “poco” sotto terra (1000 metri) le ha fatto ottenere, prescindendo dalla media nazionale, questo primato nell’energia pulita: regolarmente registrato nel libro dei Guinness del 1988.