Quando andare in pensione

La normativa pensionistica in Italia ha subito molte variazioni e la riforma del ministro Fornero nel 2011 è stata lo spartiacque fra il passato e il presente.
La riforma del ministro ambiva all’unificazione anagrafica nel momento di ritiro dal mondo del lavoro per uomini e donne. Questo è l’assunto fondamentale sul quale si basava il progetto di aggregazione che dovrebbe concludersi, per scaglioni, nel 2018.
Oggi le donne dipendenti, con l’eccezione delle nate prima del 30 settembre 1951, che lavorano nel settore privato devono aver maturato 63 anni e 9 mesi di anzianità per poter accedere alla pensione. Le lavoratrici professioniste o autonome invece devono aver maturato un anno in più, 64 anni e 9 mesi. Le donne che lavorano nel settore pubblico e iscritte a Fondi esclusivi, dal 1° gennaio 2012 possono conseguire la pensione di vecchiaia a 66 anni.
Gli uomini che lavorano nel settore privato devono aver raggiunto i 66 ani e 3 mesi.
Sul fronte contributivo per accedere alla pensione nel 2014, gli uomini dovranno aver versato 42 anni e 6 mesi e le donne 41 anni e 6 mesi.
La pensione di vecchiaia, dal 1° gennaio 2012 si consegue a 62 anni ed entro il 2018 arriverà ai 66 anni di età per avere la completa e totale parità fra uomo e donna.
Al personale scolastico, docente ed amministrativo, sono richiesti requisiti contributivi differenti.
Requisiti contributivi maturati entro il 31 dicembre 2011: 65 anni di età per la pensione di vecchiaia per gli uomini e 61 per le donne; 40 anni di contributi per la pensione di anzianità - requisito della massima anzianità contributiva; Quota 96 si riferisce alle persone che possono accedere alla pensione quando hanno raggiunto 60 anni di età e 36 anni di contribuzione o 61 anni di età e 35 anni di contribuzione.
Con la piena attivazione della riforma Fornero, requisiti contributivi maturati dal 1° gennaio 2012: 66 anni e 3 mesi compiuti entro il 31 agosto 2014 per la pensione di vecchiaia - valido per uomini e donne; pensione anticipata all'età di 62 anni per gli uomini ma solo se vi sono stati 42 anni e 6 mesi di contribuzione e per le donne solo se vi sono stati 41 anni e 6 mesi di contribuzione. E’ bene precisare che chi sceglie per tale opzione deve considerare una penalizzazione nel calcolo della pensione.
Sul web ci sono molti portali - IlSole24Ore, LaRepubblica, Corriere, QuiFinanza - che rendono il calcolo della propria pensione pubblica un’azione semplice per tutti. Basta inserire alcuni semplici dati come la data di nascita, il sesso, l’età di inizio contribuzione, il redddito annuo netto, l’inquadramento e l’eventuale previsione di carriera.
Per avere maggiori informazioni inerenti il proprio stato contributivo, le varie tipologie di pensioni attive, le modalità di richiesta della pensione o conoscere le modalità di calcolo della pensione pubblica, si rinvia al sito ufficiale dell’INPS - Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
La riforma del ministro ambiva all’unificazione anagrafica nel momento di ritiro dal mondo del lavoro per uomini e donne. Questo è l’assunto fondamentale sul quale si basava il progetto di aggregazione che dovrebbe concludersi, per scaglioni, nel 2018.
Oggi le donne dipendenti, con l’eccezione delle nate prima del 30 settembre 1951, che lavorano nel settore privato devono aver maturato 63 anni e 9 mesi di anzianità per poter accedere alla pensione. Le lavoratrici professioniste o autonome invece devono aver maturato un anno in più, 64 anni e 9 mesi. Le donne che lavorano nel settore pubblico e iscritte a Fondi esclusivi, dal 1° gennaio 2012 possono conseguire la pensione di vecchiaia a 66 anni.
Gli uomini che lavorano nel settore privato devono aver raggiunto i 66 ani e 3 mesi.
Sul fronte contributivo per accedere alla pensione nel 2014, gli uomini dovranno aver versato 42 anni e 6 mesi e le donne 41 anni e 6 mesi.
La pensione di vecchiaia, dal 1° gennaio 2012 si consegue a 62 anni ed entro il 2018 arriverà ai 66 anni di età per avere la completa e totale parità fra uomo e donna.
Al personale scolastico, docente ed amministrativo, sono richiesti requisiti contributivi differenti.
Requisiti contributivi maturati entro il 31 dicembre 2011: 65 anni di età per la pensione di vecchiaia per gli uomini e 61 per le donne; 40 anni di contributi per la pensione di anzianità - requisito della massima anzianità contributiva; Quota 96 si riferisce alle persone che possono accedere alla pensione quando hanno raggiunto 60 anni di età e 36 anni di contribuzione o 61 anni di età e 35 anni di contribuzione.
Con la piena attivazione della riforma Fornero, requisiti contributivi maturati dal 1° gennaio 2012: 66 anni e 3 mesi compiuti entro il 31 agosto 2014 per la pensione di vecchiaia - valido per uomini e donne; pensione anticipata all'età di 62 anni per gli uomini ma solo se vi sono stati 42 anni e 6 mesi di contribuzione e per le donne solo se vi sono stati 41 anni e 6 mesi di contribuzione. E’ bene precisare che chi sceglie per tale opzione deve considerare una penalizzazione nel calcolo della pensione.
Sul web ci sono molti portali - IlSole24Ore, LaRepubblica, Corriere, QuiFinanza - che rendono il calcolo della propria pensione pubblica un’azione semplice per tutti. Basta inserire alcuni semplici dati come la data di nascita, il sesso, l’età di inizio contribuzione, il redddito annuo netto, l’inquadramento e l’eventuale previsione di carriera.
Per avere maggiori informazioni inerenti il proprio stato contributivo, le varie tipologie di pensioni attive, le modalità di richiesta della pensione o conoscere le modalità di calcolo della pensione pubblica, si rinvia al sito ufficiale dell’INPS - Istituto Nazionale Previdenza Sociale.