Pagamento affitto

Tutti gli aggiornamenti in materia di pagamento affitto: le nuove normative in vigore, le procedure da seguire, i modelli da compilare, le alternative, i vantaggi e altre informazioni utili per eseguire correttamente il pagamento.
Tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 ci sono vari cambiamenti nella legislazione sulle modalità in cui un affitto poteva essere corrisposto al proprietario. La Legge di Stabilità aveva introdotto l'obbligo di tracciare la transazione finanziaria mediante bonifico o modalità simili (assegni, versamenti, etc...). Nello specifico, l'articolo 1 comma 50 della Legge 147/2013 aveva sancito il divieto di usare denaro contante per il pagamento dei canoni d'affitto, per qualsiasi importo (senza limitazioni ed eccezioni) e per qualsiasi tipo di abitazione. Era prevista una deroga alla soglia di denaro costituente il canone per quelle mensilità rimaste arretrate prima dell'entrata in vigore della legge: in questi casi la modalità tracciabile di pagamento era prevista solo per cifre superiori ai mille euro.
Questa norma è stata poi modificata nel Febbraio 2014 prevedendo la possibilità di tracciare la transazione finanziaria solo per canoni dai mille euro in su per ogni tipo di abitazione, poiché la norma è riferita in generale a ogni transazione economica con un importo che supera la soglia indicata dalla legge.
In caso di violazioni sono previste delle sanzioni che possono variare da un minimo dell'1% a un massimo del 40% dell'importo pagato secondo modalità non congrua con la legge, con un minimo di importo da corrispondere di 3.000 euro.
Nel caso in cui nell'immobile oggetto del contratto siano presenti più inquilini che pagano singolarmente la quota del canone mensile, se questa non supera singolarmente i 999,99 euro può comunque essere pagata tramite denaro in contanti e anche se la somma delle differenti quote supera tale soglia.
Un altro aggiornamento in materia è costituito dalla cedolare secca che non è altro che un opzione che il locatore può far valere per le abitazioni che intende affittare. La cedolare secca è costituita come un'aliquota Irpef che racchiude insieme sia l'imposta di registro che l'imposta di bollo. Nel 2014 la quota per la cedolare secca è stata ribassata dal 21% al 19% nel caso di contratti di affitto a canone libero, mentre è stata diminuita dal 19% al 15% per i casi in cui i contratti siano stati sottoscritti a partire dal 2013.
Nell'aggiornamento normativo è stato inoltre ribadito che l'Ape, cioè l'Attestato di prestazione energetica, è obbligatorio solo per i complessi residenziali e condominiali e non si applica nel caso di singola unità abitativa, anche se l'affittuario deve dichiarare di essere a conoscenza delle informazioni relative alla certificazione energetica dell'immobile in affitto.
Tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 ci sono vari cambiamenti nella legislazione sulle modalità in cui un affitto poteva essere corrisposto al proprietario. La Legge di Stabilità aveva introdotto l'obbligo di tracciare la transazione finanziaria mediante bonifico o modalità simili (assegni, versamenti, etc...). Nello specifico, l'articolo 1 comma 50 della Legge 147/2013 aveva sancito il divieto di usare denaro contante per il pagamento dei canoni d'affitto, per qualsiasi importo (senza limitazioni ed eccezioni) e per qualsiasi tipo di abitazione. Era prevista una deroga alla soglia di denaro costituente il canone per quelle mensilità rimaste arretrate prima dell'entrata in vigore della legge: in questi casi la modalità tracciabile di pagamento era prevista solo per cifre superiori ai mille euro.
Questa norma è stata poi modificata nel Febbraio 2014 prevedendo la possibilità di tracciare la transazione finanziaria solo per canoni dai mille euro in su per ogni tipo di abitazione, poiché la norma è riferita in generale a ogni transazione economica con un importo che supera la soglia indicata dalla legge.
In caso di violazioni sono previste delle sanzioni che possono variare da un minimo dell'1% a un massimo del 40% dell'importo pagato secondo modalità non congrua con la legge, con un minimo di importo da corrispondere di 3.000 euro.
Nel caso in cui nell'immobile oggetto del contratto siano presenti più inquilini che pagano singolarmente la quota del canone mensile, se questa non supera singolarmente i 999,99 euro può comunque essere pagata tramite denaro in contanti e anche se la somma delle differenti quote supera tale soglia.
Un altro aggiornamento in materia è costituito dalla cedolare secca che non è altro che un opzione che il locatore può far valere per le abitazioni che intende affittare. La cedolare secca è costituita come un'aliquota Irpef che racchiude insieme sia l'imposta di registro che l'imposta di bollo. Nel 2014 la quota per la cedolare secca è stata ribassata dal 21% al 19% nel caso di contratti di affitto a canone libero, mentre è stata diminuita dal 19% al 15% per i casi in cui i contratti siano stati sottoscritti a partire dal 2013.
Nell'aggiornamento normativo è stato inoltre ribadito che l'Ape, cioè l'Attestato di prestazione energetica, è obbligatorio solo per i complessi residenziali e condominiali e non si applica nel caso di singola unità abitativa, anche se l'affittuario deve dichiarare di essere a conoscenza delle informazioni relative alla certificazione energetica dell'immobile in affitto.