Disdetta contratto locazione

La disdetta contratto di locazione è un diritto sia del locatore (il proprietario dell'alloggio o chi ne fa le veci) che del conduttore (l'inquilino) e si tratta di un'operazione semplice e al riparo da grossi rischi.
Come sempre, però, è importante essere bene informati sulle modalità per la richiesta, le clausole definite dalla legge e le condizioni specificate nel contratto d'affitto.
Il primo e più importante aspetto riguarda il preavviso, che secondo l'articolo 3, comma 6 della Legge n. 431/98 è di sei mesi:
"Il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto, dando comunicazione al locatore con preavviso di sei mesi".
In merito a questo sono però necessarie delle precisazioni. Nella pratica, infatti, il preavviso previsto dalla legge è valido soltanto in assenza di diverse indicazioni. Esso è infatti modificabile a seconda delle esigenze del locatore, che può richiedere un lasso di tempo inferiore o superiore. Si consiglia pertanto di leggere attentamente il contratto di locazione o richiederne una copia qualora l'abbiate smarrito: è buona norma averlo sempre a portata di mano per questioni inerenti riparazioni o lavori interni all'alloggio, ma in caso di disdetta l'importanza del documento è ancora maggiore.
Se decidete di disdire il vostro contratto d'affitto, quindi, dovrete attenervi al tempo di preavviso specificato o imposto dalla legge. Se esso è di sei mesi il locatore avrà il pieno diritto di richiedere all'affittuario i pagamenti relativi a quel periodo.
La procedura per un corretto inoltro della richiesta è sempre quella della raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R). Con questo metodo di spedizione sarà possibile infatti risalire alla data della richiesta, dalla quale dovrà essere fatto decorrere il periodo di preavviso.
Anche per quanto riguarda quelle che si definiscono “gravi motivazioni” la legge non è molto chiara. Nella realtà dei fatti l'inquilino non è tenuto a indicare la causa della sua richiesta, purché il preavviso venga rispettato.
Al termine del preavviso l'inquilino potrà inoltre richiedere la restituzione dell'eventuale cauzione o deposito, naturalmente a seguito di un'ispezione del locatore per verificare le condizioni in cui l'alloggio viene riconsegnato.
Le informazioni contenute in questa breve guida sono da ritenersi indicative: può infatti capitare che il vostro padrone di casa si accordi con voi per condizioni differenti, come per esempio la diminuzione delle mensilità di preavviso qualora vi sia un nuovo inquilino pronto a subentrare. Questo dipende naturalmente dai casi e il consiglio è sempre e comunque quello di accertarsi delle condizioni e delle eventuali possibilità al momento della firma del contratto.
Come sempre, però, è importante essere bene informati sulle modalità per la richiesta, le clausole definite dalla legge e le condizioni specificate nel contratto d'affitto.
Il primo e più importante aspetto riguarda il preavviso, che secondo l'articolo 3, comma 6 della Legge n. 431/98 è di sei mesi:
"Il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto, dando comunicazione al locatore con preavviso di sei mesi".
In merito a questo sono però necessarie delle precisazioni. Nella pratica, infatti, il preavviso previsto dalla legge è valido soltanto in assenza di diverse indicazioni. Esso è infatti modificabile a seconda delle esigenze del locatore, che può richiedere un lasso di tempo inferiore o superiore. Si consiglia pertanto di leggere attentamente il contratto di locazione o richiederne una copia qualora l'abbiate smarrito: è buona norma averlo sempre a portata di mano per questioni inerenti riparazioni o lavori interni all'alloggio, ma in caso di disdetta l'importanza del documento è ancora maggiore.
Se decidete di disdire il vostro contratto d'affitto, quindi, dovrete attenervi al tempo di preavviso specificato o imposto dalla legge. Se esso è di sei mesi il locatore avrà il pieno diritto di richiedere all'affittuario i pagamenti relativi a quel periodo.
La procedura per un corretto inoltro della richiesta è sempre quella della raccomandata con ricevuta di ritorno (A/R). Con questo metodo di spedizione sarà possibile infatti risalire alla data della richiesta, dalla quale dovrà essere fatto decorrere il periodo di preavviso.
Anche per quanto riguarda quelle che si definiscono “gravi motivazioni” la legge non è molto chiara. Nella realtà dei fatti l'inquilino non è tenuto a indicare la causa della sua richiesta, purché il preavviso venga rispettato.
Al termine del preavviso l'inquilino potrà inoltre richiedere la restituzione dell'eventuale cauzione o deposito, naturalmente a seguito di un'ispezione del locatore per verificare le condizioni in cui l'alloggio viene riconsegnato.
Le informazioni contenute in questa breve guida sono da ritenersi indicative: può infatti capitare che il vostro padrone di casa si accordi con voi per condizioni differenti, come per esempio la diminuzione delle mensilità di preavviso qualora vi sia un nuovo inquilino pronto a subentrare. Questo dipende naturalmente dai casi e il consiglio è sempre e comunque quello di accertarsi delle condizioni e delle eventuali possibilità al momento della firma del contratto.