Aziende agricole in affitto

Una panoramica dettagliata e completa con tutte le informazioni necessarie sulle aziende agricole in affitto: come funzionano, quali sono le normative che le regolamentano e quali sono le opportunità e i vantaggi.
Negli ultimi anni il settore agricolo italiano sta canalizzando gli investimenti sia delle aziende che vi ruotano attorno che di singoli cittadini che vogliono sfruttare quest'ambito per realizzare una struttura in grado di garantire un sostentamento e un domicilio ad alcuni dei lavoratori che svolgono il proprio lavoro all'interno di essa.
Gran parte dei finanziamenti resi disponibili dallo Stato italiano e dalle normative della Comunità Europea sono infatti utilizzati per permettere la nascita e il mantenimento di aziende agricole che producano dei prodotti e inneschino una ripresa dei mercati, creando contemporaneamente nuovi posti di lavoro con ulteriore ricaduta positiva per l'economia nazionale.
Per progettare un'attività nel campo agricolo è importante conoscere quali siano le risorse economiche adoperabili e quali possano essere gli sviluppi futuri dell'azienda.
La normativa che regolamenta l'affitto di un'azienda agricola è contenuta nell'articolo 27 della Legge 3 maggio 1982 n. 203, il quale specifica come in questi casi vengano applicate le stesse norme di quelle utilizzate per l'affitto dei fondi rustici, purché ci sia il conferimento di un fondo agricolo.
Se vengono rispettate queste condizioni le precedenti norme sono in grado di regolare anche le note tecniche relative alla durata legale dell'affitto e alla determinazione del canone e della sua rateizzazione. Questi principi sono stati ribaditi nella sentenza 5942/1993 della Corte di Cassazione. Nello specifico un contratto di affitto in merito a un'azienda agricola non può essere inferiore ai 15 anni, sia nel caso in cui il locatario sia un coltivatore diretto che nel caso in cui non lo sia.
È prevista anche la possibilità di stipulare dei contratti di affitto parcellare, che consentono di impostare la durata minima sui sei anni, per quelle strutture di grandezza limitata e con una produttività soggetta a oscillazioni.
Per coloro i quali abbiano l'intenzione di avviare un'impresa agricola è consigliabile prendere in considerazione sia l'acquisto di un'azienda, con relativo fondo, oppure la locazione. Quest'ultima permette di strutturare i progetti tenendo conto della risorse economiche disponibili, senza l'ulteriore preoccupazione di dover poi sbrigare tutta una serie di pratiche nel momento in cui l'attività dovrebbe cessare. L'affitto, soprattutto per i giovani agricoltori, rappresenta una messa alla prova delle capacità di avvio e di mantenimento di una struttura.
Negli ultimi anni il settore agricolo italiano sta canalizzando gli investimenti sia delle aziende che vi ruotano attorno che di singoli cittadini che vogliono sfruttare quest'ambito per realizzare una struttura in grado di garantire un sostentamento e un domicilio ad alcuni dei lavoratori che svolgono il proprio lavoro all'interno di essa.
Gran parte dei finanziamenti resi disponibili dallo Stato italiano e dalle normative della Comunità Europea sono infatti utilizzati per permettere la nascita e il mantenimento di aziende agricole che producano dei prodotti e inneschino una ripresa dei mercati, creando contemporaneamente nuovi posti di lavoro con ulteriore ricaduta positiva per l'economia nazionale.
Per progettare un'attività nel campo agricolo è importante conoscere quali siano le risorse economiche adoperabili e quali possano essere gli sviluppi futuri dell'azienda.
La normativa che regolamenta l'affitto di un'azienda agricola è contenuta nell'articolo 27 della Legge 3 maggio 1982 n. 203, il quale specifica come in questi casi vengano applicate le stesse norme di quelle utilizzate per l'affitto dei fondi rustici, purché ci sia il conferimento di un fondo agricolo.
Se vengono rispettate queste condizioni le precedenti norme sono in grado di regolare anche le note tecniche relative alla durata legale dell'affitto e alla determinazione del canone e della sua rateizzazione. Questi principi sono stati ribaditi nella sentenza 5942/1993 della Corte di Cassazione. Nello specifico un contratto di affitto in merito a un'azienda agricola non può essere inferiore ai 15 anni, sia nel caso in cui il locatario sia un coltivatore diretto che nel caso in cui non lo sia.
È prevista anche la possibilità di stipulare dei contratti di affitto parcellare, che consentono di impostare la durata minima sui sei anni, per quelle strutture di grandezza limitata e con una produttività soggetta a oscillazioni.
Per coloro i quali abbiano l'intenzione di avviare un'impresa agricola è consigliabile prendere in considerazione sia l'acquisto di un'azienda, con relativo fondo, oppure la locazione. Quest'ultima permette di strutturare i progetti tenendo conto della risorse economiche disponibili, senza l'ulteriore preoccupazione di dover poi sbrigare tutta una serie di pratiche nel momento in cui l'attività dovrebbe cessare. L'affitto, soprattutto per i giovani agricoltori, rappresenta una messa alla prova delle capacità di avvio e di mantenimento di una struttura.